Questa è una storia che è successa a mio figlio nell’estate del 2004, una storia di malasanità come tante, anzi, non proprio di malasanità, perché nelle storie di malasanità c’è l’errore di un medico, qui invece non c’è nessun errore: è stato eseguito tutto secondo norma e secondo “i protocolli”. Ma allora, se è cosi’ bisognerà cambiare nome alla malasanità e dargliene uno diverso. Il fatto è che queste storie di malasanità del 2° tipo (chiamiamole cosi’) sono molto, ma molto più diffuse e devastanti delle storie di malasanità classiche, quelle dell’errore medico: il problema è che il più delle volte la gente non se ne accorge neppure.
Quell’estate, mio figlio un giorno comincio ad accusare un forte dolore all’orecchio, poi sopraggiunse la febbre. Forte dolore e febbre fino a 40° non lo hanno abbandonato per oltre una settimana.
Dopo 3 giorni, come da protocolli cominciammo a somministrargli una terapia di Rocefin i.m. 3 iniezioni al giorno. Le iniezioni erano particolarmente dolorose e tutte le volte bisognava rincorrere mio figlio, che allora aveva 8 anni, per tutta la casa, bloccarlo in due e fargli l’iniezione. Seguivano pianti, grida, morsi e successivo senso di rimorso da parte dei genitori col dubbio atroce: e se stessimo sbagliando? Dopo 3 giorni di supplizio la febbre non scendeva e decidemmo di portarlo all’Istituto pediatrico Gaslini: No, disse il medico, il Rocefin non va bene, bisogna dare il Gentalyn. Ancora 3 iniezioni al giorno, stavolta però attraverso un ago tenuto fisso in vena che il bambino, ovviamente mal sopportava. Due giorni ancora e niente, poi miracolosamente cominciò a migliorare. Ma naturalmente la terapia andava continuata, perché, si sa, ci possono essere le resistenze.
Quando mio figlio guarì aveva perso circa 3 chili, ed era fortemente provato dalla malattia.
E non ci risollevava neppure molto il medico del Gaslini: è molto facile che il soggetto sia predisposto e che la malattia si ripresenti. Beh, tocchiamoci gli attributi, o cio’ che era rimasto, e via.
Dopo qualche giorno raccontai la storia ad un mio collega otorinolaringoiatra del Galliera, il dott Pagano (quindi non stiamo parlando di un mago o di uno stregone,
anche se spesso ci azzeccano di più): ho studiato a lungo l’otite da pseudomonas e ho fatto anche delle pubblicazioni: non si cura con gli antibiotici ma con lavaggi di acido borico!
L’anno dopo il dolore si ripresento’, non sappiamo se si trattasse di nuovo di otite da Pseudomonas, anche perché non aveva neppure fatto in tempo ad insorgere la funesta sintomatologia che l’acido borico volava già spedito verso l’orecchio di mio figlio.
Gli antibiotici si usano troppo e decisamente a sproposito . Un mio collega, appena i suoi figli hanno 38° di febbre gli spara subito gli antibiotici . Risultato: sono sempre malati. Mia figlia, questa settimana, dopo 5 giorni di febbre tra i 39° e i 40° dovette arrendersi a mia moglie, che gli ha dato l’antibiotico. Niente da fare, quest’ultimo è stato rispedito nell’occhio al mittente: era di gusto cattivo! Ed ha fatto bene perché il giorno dopo la febbre è passata: l’influenza è una malattia virale e come tale non si cura con gli antibiotici che anzi, debilitano il sistema immunitario aggravando la situazione. La medicina ufficiale non prevede nessuna cura contro le malattie virali; quindi o vitamine o niente!
di Gian Paolo Cavallaro (medico radiologo)