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Una telefonata nel passato

Da Silviapare
L'ultimo racconto del mio libro parla dei jeans di Bruce Springsteen, che alcuni di voi ricorderanno da un post di qualche anno faUna telefonata nel passatoIl racconto naturalmente è molto diverso dal post, e per scriverlo ho dovuto fare alcune ricerche. La prima cosa che mi ha colpito è la totale scomparsa del signor Amato, che fu un protagonista importante di quel viaggio eppure è stato dimenticato. Non so altro che il suo cognome e il posto dove lavorava nel 1985. Forse potrei rintracciarlo assumendo un detective per controllare i registri dell'aeroporto LaGuardia, ma non credo che sia il caso. Mi resta però questa strana sensazione di un buco nero temporale che si è inghiottito il mio passato.Come ricorderà che ha letto il post, un ruolo importante in quella vicenda venne svolto da Ralph il sarto, e siccome qualcuno con il suo nome risulta in effetti rintracciabile sulla guida telefonica del New Jersey, ieri sera ho deciso di telefonargli. Ora, immaginatevi cosa avrà pensato questo signore ricevendo la telefonata di una tizia che gli dice che chiama dall'Italia e ha una foto del suo - forse - negozio scattata trent'anni fa e sarebbe così gentile da dare un'occhiata alla foto e dirle se quello era effettivamente il suo negozio? Dopo un po' ha capito - più o meno - cosa volevo, e in tono brusco e con fortissimo accento broccolino mi ha detto: "sì, sì, manda pure la foto". E io: "com'è il suo indirizzo e-mail?". E lui: "90 East Street..." "No, no, mi serve l'indirizzo e-mail." "Ma non ho capito, vuoi mandarmi la foto sì o no?" "Sì, certo, gliela manderei via e-mail." "Niente e-mail, io non ce l'ho l'e-mail." Occazzo. "Ah, va bene, ma può dirmi da quanto tempo è aperto il suo negozio?" "Siamo aperti il lunedì, il martedì..." "No, no, intendevo da quanti anni." "Come sarebbe, da quanti anni?" "Il suo negozio c'era già nel 1985?" "Questo negozio è aperto da sessant'anni." Ok, è lui.

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