Una valle ed il suo mistero!

Creato il 04 ottobre 2013 da Il Viaggiatore Ignorante


Per ammirare le coppelle della Val Grande bisogna seguire il sentiero Cicogna - Alpe Prà che ci permette di passare dai 732m di Cicogna ad un’altezza di 1250m dei prati dell’alpe Prà.
Si guadagna costantemente quota tra il bosco di castagni ed i terrazzamenti agricoli oramai in disuso; Si viene aiutati nella salita da lenti tornanti che permettono di riprendere fiato.
Attraverso i rami degli ultimi alberi del bosco che riprende vita dopo un lungo inverno, cominciamo ad intravedere il lago Maggiore e le cime dei corni di Nibbio.

Una volta usciti completamente all’aperto, e superati alcuni massi affioranti circondati da cespugli di ginestre, vediamo il rifugio dell’Alpino (circa 1 ora 1 e 15 di cammino). Prima di giungere al rifugio bisogna prendere un’esile sentiero che si distacca da quello principale sulla sinistra per confrontarsi con il masso coppellato dell’alpe Prà.
Nei pressi di un ciliegio vi è la famosa roccia: piatta con la punta rivolta alla valle ed al Lago Maggiore.
Le coppelle sono degli incavi del diametro di pochi centimetri ricavate in modo artificiale dall'uomo su basi rocciose piane o poco ripide, di solito poste in posizione dominante e panoramica, come nel caso dell’alpe Prà.



Presenti in tutto il mondo, per alcuni studiosi potrebbero essere collegate a luoghi di culto e di tradizione preistorica. Molte le ipotesi sul significato dei massi coppellati, tra le quali che fossero rappresentazione di costellazioni, mappe del territorio o massi altare per sacrifici.
Il significato di queste coppelle è continua fonte di dibattito tra gli studiosi che ne danno interpretazioni eterogenee; per quanto concerne quelle presenti in Italia ed in Val Grande, si fa riferimento al culto dell’acqua, in quanto le coppelle raccoglievano l’acqua piovana per fecondare la terra.La maggior parte dei massi coppellati si trovano nella Valle Maira in Piemonte; altri luoghi dove sono state rinvenute le coppelle sono la Val Camonica, Val di Susa e nelle valli del Comasco.


Fabio Casalini.

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