Cleo è una vera signora. Elegante e riservata, permalosa quanto basta da farla allontanare dalla casa dove abitava, per l’arrivo di un intruso un po’ prepotente. Dopo circa due mesi di lontananza dalla casa dei vicini, senza mai farsi vedere, improvvisamente si stabilì a casa mia. Io, che già l’avevo conosciuta sei anni prima, l’accolsi con grande sorpresa ma soprattutto con benevolenza così che lei riuscì a farsi accettare anche dagli altri residenti a quattro zampe e una coda. Sono trascorsi cinque anni e in questo pomeriggio nevoso Cleo è qui sul divano accanto a me che fa le fusa alle mie carezze, mentre ci riscaldiamo al fuoco del camino. (Tratto dai racconti di Marta).
I L G A T T O D E L L A C A S A
Entra per una porta
per un finestrino
per una finestra, se te la scordi aperta
quando meno te l’aspetti.
Per (sopra) i tetti
da una terrazza all’altra
si lascia sdrucciolare per la cappa del camino
e neanche te n’accorgi
quando è entrato:
per (sopra) il cornicione
plòffete nel balcone
e fa colazione
nella cucina tua.
E’ il gatto della casa.
Padrone non ne ha.
Non è che gli voglian male
ma lui lo sa
che neanche gli voglion bene.
Ti guarda con due occhi spiritati
sospettoso.
Ne ha avute scarpe dietro, e inseguimenti:
è ladra.
Povera bestiolina, cosa ha da fare?
E’ ladro, perché vuole mangiare.
E’ ladro…
Questo dice la gente;
ma io non ci credo perché, dammi retta:
tu lasci in cucina,
che so io…
una salsiccia?…
lasciala involta
in un bel biglietto da mille lire.
Torna l’indomani:
il biglietto – che credi? - lo ritrovi
magari unto
ma è là.
-Eduardo De Filippo-