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Una vita a rate

Creato il 12 ottobre 2012 da Brasilitalia

4038_carta revolvingE’ un vero peccato vedere che una idea è nata con buoni propositi,ma poi finisce col recare solo danni alle persone.

Qui in Brasile puoi comprare tutto, ma proprio tutto, a rate. Il famoso “10 sem juros” spopola in tutti i campi. E se il negozio non ti dà questa opzione, è la carta di credito che ti viene in “aiuto”, dandoti la possibilità di “parcelar” la tua fattura (questa volta però con interessi altissimi).

L’idea sicuramente all’inizio doveva essere buona: permettere a tutte le persone, anche a quelle con minori possibilità economiche, di comperare quello che serve per la casa o per vivere. Peccato che in questo modo ora tutti i brasiliani non riescono a fare a mano di queste promozioni, e si ritrovano indebitati fino al collo.

E’ così radicata in loro l’idea che “posso comprare anche senza soldi, pagando in piccole rate” che alla fine, sommando queste “piccole rate” si finisce di ritrovarsi con una mega-rata mensile senza fine.

Inoltre, in questo modo, perdono la cognizione della realtà: non riescono a capire quando possono permettersi una tal cosa e quando no. “Tanto lo pago poco alla volta… e senza interessi!” è la frase che sento dire più spesso. Ecco allora che una folla immensa di brasiliani fano la fila per comprare l’ultimo modello di TV al plasma, o il cellulare con Facebook o quel paio di tennis che vanno tanto di moda adesso.

Allora capita di vedere cose assurde, come per esempio entrare in una casa dove non vivrebbero nemmeno le galline di mia nonna, ma con la TV LCD, o l’aria condizionata o la parabola di Sky.

Anche in Italia si può comprare a rate, ma non con questa semplicità che esiste in Brasile. Se io volevo comprare un nuovo notebook o la lavatrice, avevo solo due possibilità: pagare in contanti o fare un finanziamento. Chi era povero come me era costretto a fare il finanziamento (a meno che metteva da parte ogni mese un po’ di denaro e poi pagava in contanti), e questo significava un monte di documenti, di tempo e di approvazioni prima di veder il prodotto nelle proprie mani. Inoltre, se già stavo pagando un finanziamento, difficilmente la finanziaria me ne concedeva un altro.- Quindi dovevo prima finire di pagare una cosa prima di comprarne un’altra. Quindi anche in Italia si rischiava di indebitarsi per molto tempo, ma perlomeno avevi questa cognizione “economica-temporale” che, in quel momento, non potevi fare altre spese.

Qui no, e i risultati di quella follia consumistica li ho sotto gli occhi tutti i giorni, compreso purtroppo a casa mia.


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