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Una vita da barbone

Creato il 16 novembre 2011 da Agueci

L’abbandono da parte delle istituzioni

Vedersi morire di abbandono a Trapani, ai nostri giorni, è terribile. «Ho 39 anni e sono abbandonato, faccio una vita da barbone».Così inizia una lettera aperta di Francesco Scontrino nella quale denuncia l’incuria da parte della famiglia, del padre e dei fratelli. Con problemi psichici e in cura, si è rivolto più volte ai servizi sociali del comune capoluogo e di Erice senza avere risposte. Le uniche persone che lo aiutano come possono e l’hanno sostenuto moralmente sono due zii e il personale dell’Uepe che gli ha dato forza per combattere la malattia e avere supporto ai suoi problemi (pensione, alloggio, cure).

«Io voglio andare in Comunità per essere curato e seguito e per poter fare una vita dignitosa. Sono alloggiato durante la notte presso l’alloggio di emergenza di Via Archi ma la mattina alle 8.00 devo uscire da lì e, con la terapia addosso (che m’intontisce e mi butta giù fisicamente), sono tutto il giorno “buttato in mezzo alla strada”». Non ha mezzi di mantenimento e possibilità di fare progetti. Spera molto nell’intervento del Magistrato Fiammetta Lo Bianco che sta attendendo risposte risolutive alla sua situazione. «Con questo mio scritto – termina Francesco - voglio far sapere che nel 2011 esistono situazioni disperate come la mia, e che le persone come me sono sole e abbandonate. Io non perdo, però, la speranza che qualcuno finalmente si renda conto dell’urgenza della mia situazione e mi faccia andare in una comunità alloggio perché … non ce la faccio più!».

SALVATORE AGUECI


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