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Una vita per strada, tanti sacrifici e pochi soldi

Creato il 12 febbraio 2012 da Lapulceonline

fruttivendoloUna vita passata a vendere frutta e verdura a bordo del suo furgone in giro per le strade, prima in Sicilia e poi in Alessandria. Giuseppe, venditore ambulante di 65 anni, è ormai diventato un “simbolo” per tutti coloro che transitano spesso all’incrocio tra la tangenziale e la SP 185 in direzione Casalcermelli. Padre di famiglia di origini sicule, con 5 figli ormai grandi, si è trasferito qui nel lontano ‘67 e da 35 anni vende i suoi prodotti sempre nello stesso punto. “Agli inizi vendevo la merce attraverso il “porta a porta”, transitando a bassa velocità per le strade cittadine, armato di microfono e megafono. Senza i grandi supermercati che ci sono ora era tutto molto più facile. I guadagni erano più che dignitosi e mi toglievo spesso tante piccole soddisfazioni”.

Poi hanno iniziato a fare la loro comparsa le grandi catene di vendita: giganteschi supermercati e centri commerciali contro i quali la concorrenza è impossibile. Con l’avvento di questi “avversari” sempre più numerosi, le aspettative e gli incassi di Giuseppe hanno iniziato un lento ed inesorabile declino. Meno clienti, meno possibilità di guadagno, spese in aumento: questo e molto altro è ciò che deve affrontare Giuseppe ogni giorno. “Sarei dovuto andare in pensione quest’anno, ma a causa della riforma voluta da Monti sono costretto a continuare ancora per altri due anni”. Dal tono che usa, si percepisce chiaramente quanto il suo “amato” lavoro sia ormai visto come una professione senza futuro. “Nessuno dei miei figli ha voluto seguire le mie orme. Una volta che hanno visto gli sforzi e i sacrifici che si devono fare per ottenere un guadagno assai modesto, hanno preferito scegliere altre strade. E come dargli torto?”.

Ogni giorno Giuseppe si alza presto al mattino, per recarsi al mercato generale e scegliere la merce da rivendere. Il resto del tempo lo passa lì, su quell’incrocio che ormai è diventato la sua seconda “casa”, nella speranza che qualcuno si fermi per acquistare qualcosa. “Ogni volta che una macchina accosta io sono felicissimo, anche se ultimamente sono più quelli che si fermano a chiedere informazioni, rispetto a quelli che comprano. Quando poi è il momento di pagare, i clienti cercano sempre di abbassare il prezzo il più possibile, dando vita ad una vera e propria asta al ribasso. Spesso, pur di vendere qualcosa, mi tocca praticare tariffe così basse che i miei profitti risultano danneggiati”. E’ apparso molto stanco, Giuseppe. Stanco di questo mestiere che tanto gli ha dato, ma che ora gli permette a malapena di sopravvivere. “Ormai sono troppo vecchio per cambiare lavoro: chi volete che mi prenda? Mi mancano ancora due anni al pensionamento: cerco di stringere i denti ed arrivarci”. Il suo è suona come un triste appello: “Io non chiedo tanto: mi basta un lavoro da mille euro al mese, con cui posso vivere dignitosamente. Se voi riuscite a trovarmelo, vi posso assicurare che da domani qua non mi vedrete più. Non vedo l’ora di andare in pensione, e a tutti quelli che pensano che la vita ambulante sia facile, vorrei far provare loro le fatiche che tutti i giorni mi tocca sopportare”.


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