Una vittoria in volata

Da Calcioromantico @CalcioRomantico

Fino a quando nel 1972 non vengono aggiunte due chicane, una dopo la partenza e una alla curva del Serraglio, l'autodromo Monza è cinque velocissime curve collegate da rettilinei, la cosa più vicina ad un ovale che il circus possa offrire. Così le vetture sentono la scia qui più che altrove e gare decise in volata sono all'ordine del giorno. Nel Gran Premio d'Italia del 1969, ad esempio, Jean Pierre Beltoise esce primo dalla Parabolica, ma poi si ritrova terzo sul traguardo dietro Jackie Stewart e Jochen Rindt. Due anni dopo si raggiunge l'apice e cadono tanti record ancora significativi a distanza di così tanto tempo. 

La gara più veloce del secolo scorso, la gara con il maggior numero di cambi al comando, la gara con il minor distacco tra primo e secondo, insomma una gara da Mondiale di Motociclismo delle 125cc più che da Mondiale di Formula 1. Questo è stato il Gran Premio di Italia del 1971 che ha fatto segnare la prime e unica vittoria nel Mondiale di Peter Gethin
Amon, su Matra, è in pole, ma è solo statistica. Oltre il neozelandese, durante la corsa al comando si alternano la Ferrari di Clay Regazzoni, la Tyrrell di François Cévert, la BRM di Howden Ganley, la Lotus di Jo Siffert, la McLaren di Jackie Oliver, la Surtees del debuttante Mike Hailwood e ovviamente la BRM di Peter Gethin. Visto che Regazzoni e Siffert abbandonano la compagnia per problemi tecnici e Amon e Oliver rimangono staccati, sono gli altri cinque a disputarsi la vittoria all'ultimo giro.

Cévert è davanti prima dell'imbocco della Parabolica, Peterson stacca al limite e lo passa, ma dietro di lui Gethin fa ancora meglio: sfrutta la scia dello svedese, lo affianca all'interno in curva e lo brucia sul rettilineo. L'inglese chiude con l'incredibile media di 242.615 km/h e ci vorranno trentadue anni per trovare un Gran Premio più veloce (sarà ancora Monza, ovviamente). Cévert chiude terzo, Hailwood è quarto, Ganley è quinto a 0"61. Tra Ronnie Peterson e il vincitore il minimo distacco possibile per i cronometri di allora: un centesimo, praticamente qualche centimetro dopo 316 kilometri di corsa. Per avere qualcosa di confrontabile bisognerà attendere i 14 millesimi di distacco tra Senna e Mansell a Jerez nel 1986 o gli 11 millesimi tra Barichello e Schumacher a Indianapolis 2002, quando il Kaiser ferrarista proverà senza successo l'arrivo appaiato col compagno di squadra.

Monza 1971 fa dunque entrare Peter Gethin nel libro dei record, ma non segna per lui l'inizio di una nuova fase della carriera. L'inglese ha già trentuno anni e riuscirà a correre con continuità nel Mondiale di Formula 1 solo la stagione successiva, ottenendo appena un sesto posto (proprio a Monza). Vincerà la Race of Champions di Brands Hatch nel 1973, la Tasman Series l'anno dopo e nulla più prima del ritiro definitivo dalle corse. 


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