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Una volta tanto, qualcosa di personale

Da Goldberry
Una volta tanto, qualcosa di personaleLa domenica il blog langue del tutto.
Gia languiva d'inverno, in primavera ed estate, con le belle giornate e la possibilità di gite fuori porta, è tanto deserto quanto un villaggio fantasma del far west.
Quindi nel week end mi sento sempre poco motivata a scrivere.
Ma ad abbandonarlo per un intero week end non ci riesco.
Mi manca se non lo nutro con le mie impressioni.
Cavolo tratto il mio bloggino come un terzo figlio, ma non bastavano i miei 2???
Quindi ho deciso che la domenica o il sabato saranno le giornate delle confessioni, quelle cose che, per pudore, (o semplicemente per autoconservazione) di solito non racconto.
Uno degli argomenti di cui non parlo praticamente mai, è religione.
La religione ricopre uno di quegli argomenti tabù che, o la pensi come la maggior parte delle persone o scateni un vespaio.
E quindi, che vespaio sia!!
Non sono cattolica.
Per niente, al 100% contro l'istituzione della chiesa, che trovo, tremendamente chiusa, castrante e falsa.
Questo non toglie che ci siano modelli, nella chiesa che sono un esempio per tutti, non solo per i credenti.
Uno di questi non può che essere il papa, non quello di adesso che mi fa prudere le mani solo a vederlo, quello di prima quello vero. quello a cui si pensa se si pensa al papa.
Non sono atea, credo ci sia qualcosa, oltre.
Basta vedere i miei figli, per saperlo.
Una vita è talmente perfetta che non può nascere dal nulla.
Ma la chiesa, la teoria della nuvoletta su cui si staziona "da qui all'eternità" mi puzza.
Insomma mi sta stretta quanto mi starebbero strette delle scarpette della Tiranna.
Da che ho memoria, la teoria della nuvoletta del paradiso mi è stata stretta.
Ok, no, non da sempre, da piccola la accettavo e la davo per vera, ma accettavo anche Babbo Natale, la Fata dei Dentini e L'Uomo nero (che ha terrorizzato le mie nottate per anni).
Poi crescendo ho pensato che non mi stava. Non faceva per me.
E ho iniziato a chiedermi se non era meglio la reincarnazione.
All'inizio era più un'idea di comodo, il pensiero di tornare a una vita terrena, mi attirava decisamente di più dell'idea di vivere un'eternità su una nuvoletta. In un ambiente più sterile e bianco di una sala operatoria.
Poi crescendo il pensiero si è affinato.
Ho letto libri, mi sono informata e sono arrivata alla conclusione, che, non vedo altre spiegazioni.
Si torna, tante e tante volte, perlomeno finchè non si è imparato, non si è cresciuti abbastanza per arrivare al gradino superiore.
Per andare dove?
Questo punto non lo immagino non ne ho proprio idea.
Perchè?
Nel caso a qualcuno interessasse davvero, poi vado avanti con le mie teorie.
Sarò mica buddhista? ha ragione la mia amica Deborah che da mesi mi spinge a comprare dei libri che non trovo da nessuna parte??
A 32 anni sono arrivata a una fase di 1000 domande e nessuna risposta.

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