Sic parvis magna. Il celebre motto del corsaro inglese Sir Francis Drake, Naughty Dog sembra averlo fatto suo come un mantra: dalle piccole cose nascono quelle grandi, questo non per sminuire le produzioni pregresse del team californiano (Crash Bandicoot e Jak&Daxter) quanto per sottolineare la crescita e la nascita di qualcosa di appunto, più grande, soprattutto più maturo, rappresentato dalla serie Uncharted. Torniamo con la mente al 2007, anno in cui uscì il primo dei tre capitoli su PlayStation 3, Drake’s Fortune, quando un giovane e impavido ragazzo cercatore di tesori con maglietta e jeans, conquista i giocatori e critica grazie a un carattere forte e divertente, che lo accosta immediatamente nell’immaginario collettivo alla figura di Harrison Ford, anche per l’incredibile capacità di cacciarsi sempre nei guai.
Con l’arrivo il 18 marzo del quarto e conclusivo capitolo delle avventure di Nate, Uncharted 4: La Fine di un Ladro, la pubblicazione di Uncharted: The Nathan Drake Collection giunge nel momento opportuno per rivivere le tre indimenticabili avventure, ma come sempre, l’utente ultimo che intende raggiungere una Remastered è quello che ancora non le ha vissute, e secondo un’indagine interna di Sony e Naughty Dog, sono diversi i possessori di PS4 che provengono da altre piattaforme. L’onore e onere della rimasterizzazione è stata affidata agli esperti ragazzi di Bluepoint Games, che diciamo sin da subito, hanno svolto un lavoro degno e rispettoso della fama del brand. Scendiamo quindi nei dettagli di questa triplice avventura offerta dalla Collection.
3 IN 1 DI QUALITÀ
La bontà del lavoro di Bluepoint Games si manifesta immediatamente dal menù di gioco, che fondamentalmente rimane invariato per tutti e tre i capitoli, ma è preceduto da una nuova schermata che offre la selezione di uno dei tre capitoli: Drake’s Fortune, Il Covo dei Ladri, L’inganno di Drake, ognuno con due slot di salvataggio, e la possibilità di tornare indietro alla nuova schermata tramite la pressione del dorsale alto destro. Questa precisazione la facciamo perché non sempre nelle collection si è vista la stessa fruibilità del menù, con anche spiacevoli episodi che costringevano a chiudere il gioco e riavviarlo per passare da un titolo all’altro. Oltre questo, fa piacere vedere nella sezione Audio delle Opzioni come Naughty Dog dia continuità al supporto dei diversi dispositivi audio, siano essi TV, amplificatori o cuffie stereo, potendo agire sui diversi canali e perfino regolare l’azimut degli altoparlanti per migliorare la precisione dell’audio in base al nostro ambiente di gioco.
La serie basa la sua fortuna su protagonisti iconici e carismatici, su un gameplay da sparatutto in terza persona che non reinventa i canoni del genere ma che si fa giocare alla grande, senza lesinare sezioni platform e puzzle ambientali che ben si sposano con lo spirito avventuroso del protagonista e i misteri che si celano dietro ogni nuova avventura. È così che dalla tomba dell’antenato Francis Drake viene rinvenuto un diario contenente il luogo dove si trova la mitica El Dorado, oppure una lampada mongola custodita in un museo a Istanbul cela al suo interno la risposta al mistero irrisolto dell’esploratore italiano Marco Polo e il suo famoso viaggio di ritorno dalla Cina nel 1292, che condurrà i giocatori alla ricerca della città di Shambala e delle pietra Chintamani, infine, l’anello di Drake si rivela essere la chiave per decifrare la posizione della mitica città di Iram dei Pilastri, la città perduta di Ubar nel deserto Rub’ Al-Khali, quella che l’archeologo T.E. Lawrence, anche conosciuto come Lawrence d’Arabia, chiamava l’Atlantide del deserto. Queste le avventure raccontate nei tre capitoli, che offrono ambientazioni miti e leggende assolutamente affascinanti e suggestivi, insieme a tanto humour, specialmente nei dialoghi tra Nate e Sully, all’anagrafe Victor Sullivan, mentore nonché compagno di avventure di Nathan, tanta azione, con sezioni di gioco fuori di testa che rimarranno negli annali del mondo videoludico, e anche con un po’ di romanticismo, che come spesso accade nelle avventure, non manca mai.
Giocarsi la trilogia tutta d’un fiato riesce sicuramente a mettere in luce la bontà del sistema di gioco e le modifiche che hanno contribuito a portargli fama nel settore. La base da sparatutto in terza persona è standard e prevede l’uso delle coperture, il lancio di granate, lo spostamento della mira con l’inquadratura che passa dalla spalla sinistra a quella destra, la capriola, il corpo a corpo, la possibilità di sparare o lanciare granate anche da appesi. Elementi che non rinnovano il genere ma che vengono interpretati nel giusto modo dallo sviluppatore californiano, muovendosi all’unisono per regalare le grandi emozioni di un Blockbuster d’azione. Il buonissimo primo capitolo, viene rifinito due anni dopo con il Covo dei Ladri, dove Naughty Dog riesce a smussare tutti gli angoli della sua creatura. Oltre a piccole novità legate al corpo a corpo con l’aggiunta del contrattacco, all’aggiunta di nuove armi e oggetti con cui interagire, e alla possibilità di lanciare velocemente una granata con la pressione dei due dorsali, sono l’interazione di Nate con l’ambiente e la transizione senza soluzione di continuità tra sezioni di gioco e scene di intermezzo a fare un grosso salto in avanti nel gameplay, creando così quella spettacolare formula di gioco per cui ormai la serie è famosa. Se ciò non bastasse, il secondo capitolo rimarrà nel ricordo di tutti per un salto in avanti tecnologico davvero notevole, imponendosi in ambito console. Un altro marchio di fabbrica che è stato poi ampiamente rispettato sia in Uncharted 3 sia in The Last of Us e che a giudicare dagli ultimi video di Uncharted 4 non mancherà di sbalordire. Le peculiarità di cui sopra vengono poi ancora affinate nel L’inganno di Drake, con migliori animazioni, nuove possibilità nel corpo a corpo e un dettaglio ancora maggiore a schermo, che dalla strabiliante riproduzione della neve passa alla fantastica riproduzione del deserto.
L’opera di rimasterizzazione di Bluepoint Games è stata eseguita con tutti i crismi e dona giustizia a ognuno dei tre capitoli, non intaccando minimamente il ricordo di quello che hanno rappresentato, ma anzi, innalzandolo un po’ come nel caso del primo capitolo, il più anziano, nonché quello più visibilmente ritoccato. 1080p e 60 fotogrammi quasi sempre stabilissimi per tutti e tre i capitoli, il lavoro di rimasterizzazione coinvolge tanti aspetti, dai modelli al texture mapping, dall’illuminazione al rendering fino all’audio. L’impatto è davvero favoloso, anche in Drake’s Fortune nonostante si noti una densità poligonale un po’ bassa il gioco si fa guardare alla grande, e il lavoro del team di Austin viene sparato in faccia non appena si entra nella foresta Amazzonica con le texture della vegetazione lì in bella mostra e la luce del sole che filtra tra le piante. Per dare un incoraggiamento anche ai vecchi giocatori della serie sono state introdotte alcune modalità tra cui: la difficoltà Brutale, il nuovo massimo livello di difficoltà sbloccabile solo una volta finito a Distruttivo, che rappresenta la sfida suprema, dove con un colpo massimo due si muore e gli avversari sono ancora più coriacei; la modalità Speedrun che introduce il cronometro all’interno dei vari capitoli e il confronto dei tempi con i propri amici di lista; infine la modalità Esploratore che si rivolge ai principianti riducendo ancora di più la difficoltà dei combattimenti, forse aggiunta per quei giocatori poco avvezzi al gaming che però hanno voglia di viversi le avventure di Drake e compagni. Inoltre come in The Last of Us è stata aggiunta la modalità Foto che presenta quasi le stesse opzioni di personalizzazione, e le statistiche con gli amici, che se connessi alla rete notificano svariati tipi di statistiche con gli amici di lista come per esempio quante uccisioni sono state fatte, o con una determinata arma e via discorrendo. Quello che può rappresentare un grosso neo per questa Collection è l’assenza del multiplayer, di cui finora infatti non ne abbiamo fatta menzione. La sua assenza a nostro modo di vedere è giustificabile in primis perché la Collection si pone di promuovere innanzitutto quello che di meglio la serie di Uncharted ha da offrire, ovvero l’esperienza single player, e secondo, la sua assenza viene ripagata da un accesso anticipato alla Beta Multiplayer di Uncharted 4 nel periodo che va dal 4 al 13 dicembre. Un ripiego e un antipasto mica da poco. Analizzando la questione più a fondo ci sono motivi tecnici, laddove i 60 fps garantiti su PS4 non hanno permesso un approccio di tipo cross-platform, e perché no anche motivi economici, aprire nuovi server per questa edizione forse non vale la candela; infine c’è anche una giustificazione morale, come quella anticipata dal Community Manager di Naughty Dog, visto che la comunità attorno al multiplayer del secondo e terzo capitolo, specie per il Covo dei Ladri, è ancora molto forte, non sarebbe giusto costringerli a un nuovo acquisto piuttosto che diminuire l’affluenza di giocatori.