Suoni compressi, incedere spezzettato e ricco di cambi di tempo, vocals schizofreniche: la proposta degli Unconventional Disruption viene da loro stessi definita experimental death-metal, una forma ultra-moderna e oltremodo tecnica di estremismo sonoro, che parte dal death e ingloba ingredienti diversi (dal grind al postcore), con un approccio volto a eliminare completamente la sporcizia e il marciume dall’impasto per adagiarsi su di una registrazione che sfrutta al massimo le attuali tecnologie e le possibilità di intervenire ex post. Tolta questa mia propensione al suono più mefitico e rancido, che permetterebbe al gruppo di evitare l’effetto cyber del risultato finale, alla fine dei conti il lavoro dei milanesi Unconventional Disruption è figlio di preparazione e perizia notevoli, dimostra mentalità aperta e sincera voglia di contaminazione, messe al servizio di una scrittura ben bilanciata e in grado di mantenere sempre un certo tiro. Da un lato, quindi, le cose funzionano a dovere, e si possono muovere poche critiche a una band in forma e determinata a raggiungere i propri obiettivi, soprattutto quando lascia uscire fuori la sua natura più iconoclasta e strizza l’occhio a certo post-core inizio millennio (in alcuni momenti si pensa vagamente a dei Burnt By The Sun sotto estrogeni). Dall’altro lato, quello dove le cose si fanno meno appetibili, proprio la scelta dei suoni palestrati e iper-tecnologici li rende sì attuali, ma completamente privi del vecchio fascino di un assalto alla baionetta. In poche parole, la sensazione è di giocare a “Gangs Of New York” in videogioco anziché scendere in strada e prendersi a randellate di persona. Questione di gusti e, di sicuro, anagrafe. Consigliati agli amanti del nuovo metal estremo.
Tracklist
01. Introduction to Euthanasia
02. Getsemani’s Shadows
03. Don’t Be Afraid to Kill a Dead Man
04. Honor of Disgust
05. Charge of Hypocrisy
06. Insect’s Grin
07. Cerebral Collapse
08. Deformed Souls