Titolo: id.
Genere: Fantascienza, drammatico;
Regia:Jonathan Glazier;
Cast: Scarlett Johansson;
2013
107 min.
Presentato in concorso allo scorso Festival del Cinema di Venezia, Under the skin, l’ultimo film di Jonathan Glazier, ha suscitato giudizi contrastanti nei critici, confluiti negli schieramenti contrapposti di amanti e detrattori. Tratto dall’omonimo primo romanzo dello scrittore olandese Michel Faber, il film ha per protagonista una magnetica e glaciale Scarlett Johansson, che presta il suo corpo ad una creatura aliena, che si aggira per le buie e fredde strade di Edimburgo, adescando uomini soli, ai quali offre un passaggio a casa col suo furgone. Inutile dire che non giungeranno a destinazione.
Al di là dell’esile e scarna trama, che solleva parecchi interrogativi e lascia quasi sempre inappagata la curiosità dello spettatore (soprattutto circa l’identità e le motivazioni dell’aliena, e la sorte delle sue vittime), Under the skin è un film estetizzante e sperimentale, un film di immagini, che indulge nella resa delle ambientazioni e dei freddi e desolati paesaggi scozzesi.
Fredda e desolata è anche l’umanità che percorre le strade cittadine, sotto lo sguardo spietato e indagatore della protagonista. Sembra quasi che essa scelga le sue vittime, captandone il grado di solitudine e disperazione ( l’incontro con lo storpio ne è l’esempio più evidente); con la promessa dell’avventura di una notte, le conduce in un non-luogo la cui superficie da vetro riflettente diviene melma paludosa, che le inghiotte, trascinandole in basso, in una sorta di liquido amniotico che ne prosciuga la vita.
Nella prima parte vediamo la protagonista compiere meticolosamente la propria caccia: gli incontri con le sue prede finiscono però per mettere in crisi la sua anaffettività, avviando in essa un cambiamento che risveglierà il suo lato umano e la indurrà ad empatizzare con l’uomo, e a cercare di integrarsi in un mondo per lei alieno.
Costituisce un tuttuno con le immagini una inquietante e psichedelica colonna sonora scritta da Mica Levi, che accompagna le varie tappe della progressiva presa di coscienza della protagonista, che si lascia a sua volta sedurre dall’umanità salvo poi andare incontro ad una cruda e sconvolgente delusione.
★★★