6^Puntata: Variante di 4.3.3.
In mancanza dell’unico giocatore in grado di ricoprire la trequarti, la squadra è stata disposta sul 4.3.3. Neppure questo modulo fa eccezione: il principio di tenere gli attaccanti fissi davanti, accentua ancor di più due aspetti. Il primo è legato alla necessità di effettuare un marcato possesso palla: non abbassando nessuno dei due esterni, infatti, i centrocampisti si troveranno in costante inferiorità numerica; per questo tenere la squadra corta diventa fondamentale, non solo per un buona copertura del campo, ma anche per effettuare una fase di uscita efficace. Andando sotto i tre centrocampisti, attaccati da troppe parti, avranno difficoltà nel rilanciare l’azione; in particolare il metodista non potrà essere protetto adeguatamente, né per effettuare un lancio tracciante, né per giocare in appoggio sui due mediani che non saranno facilitati nell’allargarsi per ricevere la palla riconquistata, costretti a rimanere stretti dal numero maggiore di avversari intorno e dalla facile pressione che si potrà portare su di loro. Negativamente la gara di Firenze è stata un esempio di questa situazione.
In figura: il cerchio rosa evidenzia la difficoltà del metodista e le posizione non corrette -figurine salmone-, e quelle corrette -rosse-, dei due mediani nella fase di transizione positiva contro uno speculare 4.2.3.1. che ha perso la palla in attacco, ma continua a pressarci alto.
Indico personalmente in questo modulo l’identità che, magari nel tempo, il Milan potrebbe decidere di adottare, soprattutto se si riscontrassero difficoltà a reperire sul mercato rifinitori qualitativi: lo spostamento di Thiago Silva a metodista non sarebbe peregrino, date le doti fisiche, il passo e la pulizia di calcio. Questo implica però la risoluzione di due questioni: la prima, evidente, l’acquisizione di un (due?) centrale che consenta di tenere la squadra corta -non si può ignorare che Nesta ha compiuto i trentatré anni e subito delicate operazioni-; la seconda, la necessità di comporre un centrocampo a tre con giocatori dalle caratteristiche complete, che sappiano difendere, ma anche attaccare, nonché un interprete di eccellente tecnica e che sappia tenere palla.
Lo spostamento di Thiago Silva, altrimenti, resterebbe solo una fantasia che, per quanto seducente, aggiungerebbe un problema: la sua predisposizione ad uscire palla al piede, dovrà essere controbilanciata dalla presenza di giocatori delle caratteristiche suddette.
Flaminì, già in rosa (!), sarebbe uno dei deputati migliori a ricoprire un ruolo; l’altro dovrebbe rispondere a caratteristiche di un centrocampista, che, senza andare a scavare troppo nel sottobosco calcistico, individuiamo in Hernanes del S. Paolo. Ma questa è naturalmente fantasia.