
Sabato mattina.
Ore 7.01.
Suona la sveglia.
CULOCACCAPISCIO!
La sveglia non ha suonato alle 5.45, come avrebbe dovuto, quindi mi alzo con un’ora e un quarto di ritardo. L’unico treno utile per prendere la coincidenza a Verona, e che parte da Villafranca, è ormai andato. Non mi resta che svegliare i miei e pregare che almeno uno dei due si presti a farmi da autista fino a Verona per farsi che io riesca a prendere il treno delle 8.31 per Legnago.
Alle 8.10 eccomi alla stazione di Verona. Compro i biglietti e anche una buona scorta di cartine, tabacco e filtri. È sempre meglio essere previdenti su queste cose.
Decido di fermarmi in edicola a prendere il Corriere, ormai non mi perdo un’uscita dei Classici del Pensiero Libero, e vedete di non criticare perché avere un libro con un euro in più al prezzo del giornale proprio non ha prezzo.
Dieci minuti sono sulla banchina che mi fumo la prima sigaretta della giornata… ‘mmazza se è bbona!
Tempo 5 minuti e salgo sul treno, in anticipo di 6 minuti sulla partenza. Carrozze semi-vuote e stranamente non emananti quel terribile olezzo di unto misto a scarafaggio calpestato/masticato/sputato che di solito mi invadono le narici portandomi quasi sempre a qualche conato di vomito che prontamente cerco di reprimere per non far troppo lo sfacciato. Mi siedo al solito posto, una delle prime file accanto alle porte e tiro fuori il giornale e l’iPod. Intanto il treno parte.
Sfoglio pagine e pagine, incazzandomi con Silvio, disperandomi pensando a Frattini, sorridendo ripensando alle gesta di Don Bersciotte de el PD e inorridendo leggendo di Alì Gheddafi e i quaranta ladroni che si nascondono in bunker sotterranei per sfuggire alle petrolbombe sganciate dagli avio-mezzi dell’alleato giustizier.
Arrivato ormai alla fine del giornale, e fermo col treno in quel di Isola della Scala, mi imbatto a pagina 56, sezione Cultura, nelle undici regole (semiserie) dello scrittore redatte da Henry Miller, uno dei maggiori autori americani.
Le regole sono le seguenti:
- Lavora a una cosa per volta;
- Non iniziare nuovi libri, non aggiungere altro a Primavera nera;
- Non essere nervoso. Lavora con calma, allegria e spregiudicatezza a ciò che hai per le mani;
- Lavora secondo il programma e non secondo l’umore. Fermati al momento stabilito;
- Quando non riesci a creare, non puoi lavorare;
- Concretizza qualcosa tutti i giorni, invece di aggiungere nuovi stimoli;
- Non perdere lo spirito! Vedi gente, va’ in giro, bevi, se ti va di farlo;
- Non sei un cavallo da soma! Lavora solo se lo fai volentieri;
- Ignora pure il programma, se vuoi… ma torna a seguirlo il giorno dopo. Concentrati. Seleziona. Escludi;
- Dimentica i libri che vorresti scrivere. Pensa solo al libro che stai scrivendo adesso;
- Prima pensa a scrivere, sempre. La pittura, la musica, gli amici, il cinema, tutte queste cose vengono dopo.
Devo ammettere di averle lette più e più volte. E li arrivò l’ispirazione per questo post.
Voglio provare per un attimo a vedere quanto io rispetti queste undici piccole regoline.
Pronti? Via!
- A volte lavoro a una cosa sola, in qualche occasione mi è capitato di avere più lavori in corso nello stesso periodo. Ammetto però che una cosa per volta è meglio. Un punto a Henry;
- Questo punto devo ammettere di non averlo compreso a fondo. So che Primavera nera è un suo libro… va be’, diamogli un altro punto;
- Non scrivo mai con calma. Quando butto giù la prima stesura per quello che poi diventerà un racconto sono in preda ad una sorta di ansia euforica, di quelle che possono sfociare in risatine e isteriche e letterali urli quando si raggiunge quello che si voleva scrivere in partenza;
- Non ho orari quando scrivo, non mi do nessun obiettivo. Vado avanti finché resisto… sono fatto così. Un giorno non volevo neanche mangiare, tanto ero preso da quello che scrivevo (mi pare si trattasse di Scacco al Fante);
- Mi trovo d’accordo, ma ci sono modi per riuscire a spingere la creatività. Uno di questi si chiama Monster… mai provata? Un altro è, ovviamente, guardare Scoprendo Forrester;
- Purtroppo scrivere non è la mia professione, e siccome la mia attività principale è studiare non riesco a mettermi tutti i giorni a scrivere i miei racconti… magari potessi. Un punto a Henry;
- Devo ammettere che quelle descritte sono tutte attività che non fanno male allo spirito, anzi. Possono aiutare lo scrittore a mantenere un contatto con la realtà, sappiamo benissimo che quando si scrive siamo in un mondo tutto nostro. Un punto a Henry;
- Ovvio! Non dico altro… non ti va di scrivere? Non farlo… Un punto a Henry.
- Non ho mai un programma da rispettare, ma solo una sorta di trametta scritta sul primo foglio che mi capita di avere in mano quando l’idea prende un attimo forma. Faccio male?
- E come faccio a dimenticarmi delle idee che mi vengono in mente mentre uno scritto è già in lavorazione? Se dovessi farlo non avrei scritto Scacco al Fante, Il Rasoio dello zio Tom e Organizer ‘92;
- No be’, piano. Avere anche altri hobby è importante, soprattutto se la scrittura non è ancora un lavoro. Come dicevo prima, ci sono cose che aiutano lo scrittore a mantenere un contatto con la realtà.
Come sono andato?
Boh… se fosse ancora vivo manderei una mail al caro Henry per chiedere cosa ne pensa del mio modo di vivere la scrittura. Visto che è morto, lo chiedo a voi…
Però, per dirla tutto…
IN CULO IL REGOLAMENTO! (cit.)
Mi scuso con tutti voi per non essere riuscito a commentare i vostri senz’altro eccellenti lavori, ma mi trovo a casa della mia ragazza, e internet non prende bene. È già un miracolo se sono riuscito a pubblicare. Al più presto passerò sui vostri blog.
E.






