Giovanni Orelli, Un eterno imperfetto, Garzanti, Milano 2006
Avere la forza di raccontarlo il proprio undici settembre, tirarlo fuori dalle macerie. Quasi tutti hanno un kamikaze che gli ha rotto qualcosa dentro del suo precario equilibrio di esistente. Il blogger scava e cerca dentro la propria esplosione: chi fu colei/colui che decise una mattina di prendere l'aereo e di venirti addosso con la sua sicurezza? Io non avevo fatto il biglietto, io non volevo partire, io non sapevo nemmeno che tu sapevi volare. Sono restato a terra e ti ho vista/o in cielo e mi sono sentito una grande polvere addosso. Ho preso a tossire e a cercare di salire gli altipiani per raccogliere la tua cenere. O meglio: la mia cenere, quello che di me morì nell'istante in cui mi dicesti addio.