di Claudia Leporatti
Il ministero ungherese delle risorse nazionali ha ordinato una serie di licenziamenti immediati all’interno di alcune istituzioni culturali e biblioteche pubbliche. Sarebbero circa 100 gli impiegati a rischio presso la Biblioteca Nazionale Széchenyi, la più importante del Paese, da sommare ai quasi 70 del Museo Nazionale (a Pest in Muszeum Korut) e ai circa 45 della Galleria Nazionale del castello di Buda. I sindacati delle categorie in questione hanno protestato con una lettera aperta che si oppone ai tagli in un settore “intoccabile” come quello della cultura.
In questi giorni hanno fatto sentire le loro voci anche le associazioni delle scuole di lingua, in risposta alla decisione del governo di impedire alle aziende di utilizzare parte della “innovation tax” per coprire i costi di formazione dei dipendenti. L’imposta in questione è pari all’1,5% dello stipendio dei lavoratori. Quest’anno le piccole aziende potevano utilizzare il 60% di questa tassa per pagare il training dei dipendenti, le grandi il 70%. Adesso le scuole di lingua, tra le prime scelte delle imprese per aggiornare il loro organico, denunciano che migliaia di persone lasceranno i corsi e migliaia di insegnanti perderanno l’impiego.






