L’agenzia statunitense di rating Fitch ha declassato il merito di credito dell’Ungheria portandolo al livello di “junk” ossia spazzatura. In questo modo ha seguito la decisione già intrapresa da Standard & Poor’s e Moody’s.
Fitch ha comunicato che “Il declassamento dell’Ungheria riflette il deterioramento della posizione fiscale del paese, delle condizioni di finanziamento e delle prospettive di
crescita, causate in parte dalle politiche economiche poco ortodosse, che hanno minato la fiducia degli investitori e complicato gli accordi su un nuovo aiuto da parte dell’Europa e del Fondo Monetario Internazionale.”
A inizio gennaio il Parlamento di Budapest aveva infatti adottato una nuova e controversa legge sulla Banca Centrale ungherese suscitando forti critiche da parte del Fondo monetario internazionale e della Banca centrale europea.
Queste istituzioni avevano deplorato la concentrazione della politica monetaria nelle mani del primo ministro Viktor Orban e la conseguente limitazione delle competenze del governatore dell’istituto centrale ungherese. fonte
L'esposizione di Unicredit e Banca Intesa in Ungheria fanno presagire un'ulteriore downgrade sui titoli italiani, che in quel paese hanno asset finanziari.
***Intanto il Presidente del Consiglio, in un'intervista concessa alla rete all-news France 24, a margine dell'incontro con Nicolas Sarkozy a Parigi dice "Il sistema bancario italiano è tra i piu' solidi...e penso che le difficolta' di Unicredit siano soprattutto legate all'aumento di capitale, che in questa situazione di mercato, ha incontrato alcune temporanee difficolta', ma le banche italiane sono solide"***.fonte
Opinione TRADER & PASSION...
Egreg. Sig. Presidente, quando si parla di solidità bancaria si presume che un AdC serva a capitalizzare il Gruppo per renderlo più solido, evitando se è possibile di far scappare moltitudini di suoi azionisti, che invece si sentono traditi e intrappolati in manovre contorte volte solo a salvare il c..o ad un Board poco trasparente nell'attuare operazioni e lasciando il futuro del Gruppo in balia d'una crisi endemica e sistemica allo stesso tempo.