Carissimi lettori, Finanza In Chiaro torna nuovamente su caso Roberto Ditaranto/Unicredit, sono onorato che il sito che ho fondato e dirigo sia l’unico a non far calare il silenzio su una vicenda che deve trovare una soluzione affinché non accadano mai più cose simili in Italia.
Pubblico così integralmente l’intervento che il Sig. Roberto Ditaranto ha fatto nel corso dell’Assemblea dei soci di Unicredit lo scorso 13 maggio. Ricordo a tutti che si è trattato del terzo intervento durante un’Assemblea annuale della Banca, il primo, nel 2012, aveva avuto un certo riscontro mediatico nazionale perché il Sig. Ditaranto aveva paventato l’ipotesi che, qualora Unicredit non avesse provveduto ad un risarcimento per “l’errore” commesso (“errore” che aveva portato alla chiusura di tre aziende in capo alla sua famiglia), non poteva escludere che il proprio nome si sarebbe potuto aggiungere alla lunga lista degli imprenditori che si sono suicidati.
Dopo di che, però, era calata una coltre di silenzio sulla vicenda, un deliberato e colpevole silenzio che ha accompagnato prima l’intervento successivo, nel 2013, ed ora anche quest’ultimo.
Ma Finanza In Chiaro, NO! Se Finanza In Chiaro dice che non smetterà di occuparsi del caso fino ad una sua auspicabile ed equa soluzione, statene certi che manterrà la sua promessa, questo mi distingue nel panorama nazionale dell’informazione ed ai miei principi, etici e morali, non verrò mai a meno.
Vi chiedo quindi di leggere con attenzione ogni passo di questo intervento, preannunciandovi fin d’ora che seguiranno una serie di miei articoli attraverso i quali vorrei sviscerare punto per punto i passi più importanti che il Sig. Ditaranto ha voluto toccare, perché questa non è solo una vicenda personale e umana, ma un caso dal quale trarre preziosi insegnamenti.
Sig. Presidente, signori del Consiglio, signori Azionisti buongiorno,
Chiedo al Notaio, al quale consegno copia sottoscritta del presente documento, che venga integralmente messo tutto a verbale.
Mi chiamo Roberto Ditaranto, questo è il mio terzo intervento che faccio e sicuramente l’ultimo di questa tematica.
Molti dei presenti ricorderanno la vicenda della rovina della mia famiglia e delle tre aziende di Parma di cui essa era titolare, che denunciai durante le Assemblee del 2012-2013, dovute al comportamento irresponsabile di alcuni funzionari Unicredit, e che mi aveva condotto sull’orlo del suicidio. Non intendo rubare altro tempo nel rievocare questa triste e squallida storia, già nota attraverso gli interventi effettuati nelle 2 assemblee precedenti. Ci tengo solo a precisare oggi in questa sede alcuni punti:
1. Le tre società in fase di espansione a livello nazionale, con progetti d’impresa ad alta redditività, che sono state distrutte di colpo per la segnalazione errata in Centrale rischi, non avevano problemi di liquidità.
2. Ad oggi non si riesce ancora a capire con che logica il 31.01.2009 si procede a revocare un contratto di finanziamento ed uno di mutuo ipotecario senza nessuna rata in sospeso.
3. Non solo: Unicredit effettua la segnalazione di sconfinamento in Centrale rischi eliminando nel mese successivo (febbraio 2009) il codice “accordato” su tutte le posizioni: per cui i nostri scoperti da regolarmente accordati divengono di colpo debiti fuorilegge!
4. Riguardo le garanzie, il cod. 112 (Garantito da ipoteca interna) viene trasformato nel cod. 125 (Fuori garanzia): si tratta di una falso ideologico assoluto!
A seguito di queste vere e proprie falsificazioni della realtà, trasmesse alla Centrale rischi, le aziende della mia famiglia si sono viste revocare tutti gli affidamenti bancari in essere, ed hanno dovuto chiudere bottega (dopo avere prosciugato tutte le nostre residue disponibilità personali ed averci ridotti sul lastrico).
Come si fa a prevedere e a sopravvivere ad una catastrofe di questa portata, del tutto immotivata ed
inspiegabile?
Una cosa del genere poteva capitare a chiunque di Voi!
Come avreste reagito?
Voi del consiglio come avreste reagito?
Me lo potete dire? Il Governatore della Banca D’Italia come avrebbe agito?
Lei Dott. Montezemolo, visto che è un imprenditore, come avrebbe reagito?
In data 02.Aprile.2014 è stato inviato il 4° esposto alla Banca D’Italia, in quanto non si riesce ancora ad avere una risposta chiara. E’ stata fatta espressamente questa domanda: sono state rispettate correttamente le procedure di segnalazione in Centrale Rischi della Banca D’Italia da parte di Unicredit ? SI o NO?.
Ad oggi dopo 5 anni attendiamo la risposta, con la speranza che sia chiara questa volta.
Apro e chiudo una parentesi ( In Italia c’è un grande malato: la Banca D’Italia, che dopo l’ingresso nell’Euro soffre di una crisi di identità. Non sa se è la banca degli italiani o la banca delle banche. Se qualcuno me lo spiega in questa sede, ne sono grato).
Dal 2009 sino al 2012 nei confronti delle tre ditte della mia famiglia abbiamo subito tutte le azioni esecutive: pignoramenti mobiliari ed immobiliari, asportato tutto di tutto, sfratti, sino al pignoramento dell’unica busta paga di mio figlio.
Dopo due pronunce di urgenza del Tribunale di Parma che hanno sancito l’illegittimità del comportamento di Unicredit, abbiamo dovuto avviare nel febbraio 2011 una complessa e costosa vertenza di merito, citando la banca presso il Tribunale di Parma, per ottenere un congruo risarcimento danni. Dopo oltre 3 anni non siamo riusciti ad arrivare ancora alla prima udienza!
Per esattezza la prima udienza era stata fissata per il 20 febbraio 2013: peccato però che il Giudice fosse incinta da alcuni mesi! Il sostituto ci aveva garantito che avrebbe sciolto la riserva entro massimo 45 giorni: ad oggi dopo 15 mesi la riserva non è stata ancora tolta e il giudice risulta ancora assente: forse rientrerà nel secondo semestre del 2014, dopo una gravidanza lunga quanto quella di una elefantessa.
* * *
Per distruggere e ammazzare un uomo vi è una nuova arma micidiale, ed anche invisibile: IL SILENZIO. Un’arma che ti TORTURA e ti ammazza lentamente, minuto dopo minuto, giorno dopo giorno sino a toglierti le forze e poi lentamente “LA VITA”.
Un ottimo strumento invisibile a costo zero per istigare un uomo al SUICIDIO. Quest’arma Unicredit la sta usando nei miei confronti.
Faccio presente che Unicredit non ha avuto neanche un centesimo di perdita dalla mia famiglia: anzi eravamo degli ottimi clienti che pagavano regolarmente il giusto dovuto, a differenza dei vari miliardi di perdite che Unicredit ha subito ovunque. E’ veramente deplorevole che una grande banca non riconosca l’errore compiuto, ed offra spontaneamente un equo risarcimento ad un proprio cliente distrutto per colpa sua.
Una volta definito il tutto informo che il sottoscritto ha come progetto di creare un’associazione di volontariato a difesa dei diritti dell’uomo, la famiglia, l’impresa. A difesa del diritto della propria vita, il blocco urgente e la prevenzione dei suicidi. Un patrimonio enorme, persone oneste con una dignità, abbandonati a se stessi e senza nessun punto di riferimento come lo è stato per me sino ad oggi.
Ci sono storie drammatiche impensabili.
Solo chi ha sofferto può capire cosa significa tutto questo.
Più volte ho comunicato alle istituzioni: La disorganizzazione e la lentezza della Giustizia porta le persone al “SUICIDIO”.
H provato tutte le strade: tra l’altro avevo inviato dopo il mio primo intervento pubblico una e mail al Dott. Ghizzoni, tramite la Segreteria Generale Direzionale, per proporgli un possibile colloquio tra due padri di famiglia; richiesta fatta senza successo come lo è per prassi per tutte le alte autorità.
La solita risposta: spiacente per motivi di bla, bla, bla; la invito a contattare la struttura, bla, bla, bla.
Informo che non aspetterò la conclusione della causa in quanto non ho ( PIÙ’) fiducia dell’organizzazione attuale della “Giustizia”.
Devo riprendere in mano con urgenza la mia vita per farne un capolavoro, come diceva il Santo Padre Giovanni Paolo II . Il capolavoro è quello di aiutare quelle persone che hanno gravissime difficoltà di sopravvivenza, far cambiare la loro vita, passare allo sviluppo,all’azione ecc. ecc.
Concludendo: se entro il 30 giugno non si arriverà ad una sistemazione, dal 1° Luglio 2014 in poi, al primo suicidio di un imprenditore vittima del sistema bancario, azionerò la seconda causa di risarcimento per tutti i danni biologici procurati a me, ed a tutta la mia famiglia ed effettuerò una denuncia per istigazione al suicidio nei confronti del Sig. Federico Ghizzoni in qualità di Amministratore delegato e responsabile Unicredit.
- Dal 31.Gennaio 2009 ad oggi sono passati 1928 giorni.
Sono stati 1928 giorni di inferno per me, oltre che mia moglie ed i miei tre figli.
Tu!!!! Sig. Ghizzoni guardami negli occhi, quando andrai a letto questa sera, sicuramente in un albergo a 5 stelle pagato dagli azionisti, devi pensare solo 10 minuti a me. Vorrei che tu provassi solo per un giorno quello che io ho provato per 1928 giorni di tortura sino ad oggi per mezzo vostro.
Questa è la terribile realtà di questo paese: Voi avete stipendi da milioni di euro mandando in perdita l’azienda che gestite a danno degli azionisti. Dall’altra parte vi sono tanti imprenditori vittime del sistema bancario costretti ad andare alla Caritas per poter mangiare.
Il mio intervento vuole rappresentare tutti quegli imprenditori suicidatosi in quanto non c’è l’hanno fatta a sopravvivere negli ultimi 30 anni: dal 1983 ad oggi.
Il mio è un caso reale, vivente di un manager sopravvissuto, torturato e ammazzato vivo con l’arma invisibile del ” SILENZIO “.
NOTAIO!!!!!
Firmato Roberto Ditaranto. Un cittadino italiano morto che continua a respirare.
N.B. Copia del presente intervento è stato da me firmato e consegnato al notaio per essere trasferito integralmente sul verbale di assemblea.
Consegnato nelle proprie mani in assemblea il giorno 13.05.2014 ore 15,00