Secondo il Financial Times, Ghizzoni è stato come minimo poco ravveduto.
Una ricapitalizzazione fatta in tempi come questi sembra un autogol dalle conseguenze quanto meno imprudenti. Dopo tentennamenti e ritardi, nel prendere decisioni per l'adeguamento dei paramentri imposti dal EBA e dopo che il Financial Stability Board ha ammesso il Gruppo Unicredit nell'importante (ma anche scomodo) elenco delle banche sistemiche, il Board di Piazza Cordusio si trova nell'occhio del ciclone. Itimori (non tanto nascosti) dei managers della 1^ banca italiana, fanno da apripista ad altre paure per le altre banche nostrane, che da qui a giugno dovranno affrontare lo stesso problema. Certo, agli occhi del mondo economico, l'esempio non è stato dei migliori, si poteva fare meglio e prima, salvaguardare di più i piccoli azionisti e le Fondazioni che tanto hanno contribuito all'espansione di Unicredit. Ora però che il coperchio è saltato, bisogna correre ai ripari. Forse nella prossima assemblea del Gruppo qualche testa salterà, e sarà un monito per altri managers chiamati a dirigere i nostri gruppi finanziari.
