
Singolare protesta, in occasione dell'ultimo match casalingo, dei tifosi dell'Union Berlin nei confronti del Red Bull Leipzig che, d'accordo con il board del club, si sono presentati con una pettorina nera ed un opuscolo distribuito a tutti i presenti per manifestare il proprio biasimo nei confronti del club di proprietà della multinazionale, emblema della deriva del calcio moderno e da tempo al centro delle contestazioni dei tifosi tedeschi.
Il Red Bull Leipzig è stato fondato nel 2009 raccogliendo l'eredita dispersa del calcio cittadino e, grazie agli ingenti fondi della società del miliardario Dietrich Mateschitz, 12 milioni di euro complessivi solo nella scorsa finestra di mercato, ha scalato le leghe inferiori del calcio tedesco raggiungendo le prime posizioni della seconda divisione nazionale.

Sul campo finisce 2 a 1 per i padroni di casa ma il vero match si consuma tra le due realtà così profondamente diverse che mettono in risalto visioni opposte dello sport e modelli di proprietà differenti, l'Union che appartiene all'associazione di tifosi(Fußballclub Union Berlin e. V.) che conta oltre 12.000 membri, più volte protagonisti di iniziative in coordinazione col club(qui lavori allo stadio e la storia), e Red Bull Leipzig di proprietà di una corporazione straniera con la rispettiva associazione di tifosi che arriva a poco più di 300 associati ed è fuori dalla compagine societaria.
Non è la prima volta che i due club si scontrano su questo fronte, già nel 2011 quando il Leipzig era in cerca di sponsor e venne portata avanti la campagna con lo slogan ''Vendiamo la nostra anima, ma non a chiunque'', la squadra di Berlino annullò l'amichevole programmata in segno di protesta, esempio poi seguito anche dallo Stoccarda e dal Norinberga.
Di seguito il video della preparazione della protesta dallo spazio web ufficiale su Youtube del FC Union Berlin