UNIONE EUROPEA: Il dominio tedesco e l’opposizione inglese. Dio salvi la Gran Bretagna

Creato il 10 dicembre 2011 da Eastjournal @EaSTJournal

Questo articolo, che esprime le opinioni dell’autore e non della testata, si pone in ideale polemica con il precedente di Matteo Zola nell’ottica di offrire il più ampio ventaglio di punti di vista possibile, come sempre East Journal tenta di fare.

di Kaspar Hauser

L’accordo per la recessione europea

Dio salvi la regina e benedica il suo primo ministro. Per chi ancora non è suddito di Elisabetta, vale la pena affrettarsi. L’Unione Europea corre veloce verso la germanizzazione e per quelli che tedeschi non sono, ci vuole una bella pacca sulla spalla come quella che Cameron ha dato a un sempre vanesio Sarkozy. E tanta fortuna. Quello che esce da Bruxelles non è un Trattato per la nuova Europa, più unita, più politica, più forte. E’ solo un patto fiscale che stringe il controllo sulle manovre di bilancio nazionali. Questo comporterà austerity contemporanee in tutti i paesi, ponendo le premesse per una depressione su scala continentale. Inoltre vengono nuovamente accantonati gli Eurobond – invisi alla Germania – a favore del potenziamento del Meccanismo di stabilità europeo (Esm) il quale, però, non sarà collegato alla Bce facendo della banca centrale europea un re senza terra – come Germania desiderava.

 La nascita dell’Europa Tedesca

L’accordo del 9 dicembre, il fiscal compact, manca inoltre di qualsiasi misura per la crescita. Una follia. Ora i mercati esultano ma fra due mesi saremo daccapo.Perché mai bisognerebbe mandare in recessione l’intero continente? Perché c’è un paese che in recessione non ci andrebbe: la Germania, partner commerciale di Russia (da cui importa energia) e Cina (in cui esporta tecnologia). Il resto d’Europa non ha scelta, l’economia continentale è l’economia tedesca. Il debito estero dei paesi maggiormente in crisi è in buona parte detenuto dalla Germania che, soavemente, ricatta e distrugge potenziali economie concorrenti nel vecchio continente. La Francia è troppo interconnessa agli interessi tedeschi per fare qualcosa. Ammesso che qualcosa lo voglia fare, il che pare dubbio.

Quello di Bruxelles è davvero un’accordo per la nuova Europa, un’Europa tedesca. 

La memoria lunga degli inglesi

E’ normale che in questo contesto la Gran Bretagna abbia detto “no” avvertendo gli altri: “quando tutto sarà finito, ci saremo noi a guidare il dopo”. E la regina Elisabetta, che tra i suoi premier ha avuto Winston Churchill, sa bene cosa vuol dire una Germania potente. E lo ha spiegato al giovane e poco brillante David Cameron.

L’orto di casa tedesco: la Croazia

Ora l’Europa tedesca dirà a noi, che stiamo da questa parte del fronte, che la Gran Bretagna è isolata e che l’Unione riprenderà la sua corsa. Verso dove? Certo non verso una maggiore democraticità. L’ingresso della Croazia non deve illudere: Zagabria sta in provincia di Berlino, la Germania è la madrina dell’indipendenza croata, è orto di casa tedesco quello. La Serbia no, infatti è stata messa di nuovo alla porta.

La Gran Bretagna, sulla sua isola, con il suo mercato legato al Commonwealth, con la sua sterlina pronta a essere svalutata quanto necessario sa resistere e colpire con scaltrezza.

Due schieramenti, due destini

Anche supponendo che alla fine l’Europa Tedesca vinca la partita, quali saranno i destini del vecchio continente? Per chi auspicava un’Unione Europa democratica e solidale, unita politicamente in senso federale, sarà un brutto risveglio:  Germania e Francia, unite da tempo in molteplici campi, rafforzeranno la loro “unione” dominando il vecchio continente garantendogli l’indipendenza strategica, questo sì, ma limitando la sovranità degli stati “membri”. Per farlo avranno bisogno della partnership con la Russia che – a ben vedere –  è in avanzata fase di costruzione.


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