"veste €uro-attuale del neo-liberismo che, imperniata sull'obiettivo del lavoro-merce, prende atto dell'ostacolo delle Costituzioni sociali contemporanee (fondate sul lavoro), ed agisce divenendo "ordinamentale", cioè impadronendosi delle istituzioni democratiche per portarle gradualmente ad agire in senso invertito rispetto alle previsioni costituzionali."
"E' anche evidente la sottintesa politica futura; infatti, se è altamente improbabile che la Chiesa abbandoni le sue ricchezze per aiutarci ad uscire dalla crisi, è praticamente certo che lo dovranno fare i cittadini e gli Stati nazionali; non dovremmo quindi più aspirare al benessere, ad un giusto salario, ad una sicurezza economica, ad uno Stato ricco in grado di fornire servizi e lavoro ben pagato; dovremmo diventare quindi tutti straccioni, perché povero sarà bello; al massimo potremmo aspirare all'elemosina di qualche centinaio di euro al mese come reddito di povertà (lo chiamano di cittadinanza) per sopravvivere e tirare a campare; perché è questa la sostanza del programma grillino; questo ha come mira apparente la politica sprecona e i costi dello stato; però, dietro la battaglia sacrosanta contro gli sprechi, sopravanza la battaglia per smantellare lo Stato vero e proprio con i suoi costi necessari; perché riducendo in continuazione le risorse allo Stato e alla politica, lo Stato e la politica vengono smantellati, per il beneficio della Dittatura Europea, che impone i suoi spietati vincoli di bilancio agli Stati, (i quali non decidono ormai più nulla), per dissanguarli, al fine di edificare il Governo Mondiale gesuitico; infatti è la riduzione dei costi e la lode alla miseria (conseguenza delle leggi "francescane" dell'UE), e non la giusta allocazione delle risorse, o la sovranità monetaria (che restituirebbero benessere e ricchezza alla popolazione e consentirebbero allo Stato di fornire servizi e lavoro) che traspare dalla propaganda dei finti poveri Grillo e Bergoglio; e se ce lo dicono loro noi ci adegueremo; basta col rivendicare salari e diritti; mangiamo pane e cipolla e giriamo tutti in bus (diventerà però un lusso anche viaggiare in bus a causa del costo dei biglietti sempre più alto); basta con lo Stato che, oltre a essere corrotto, fornisce anche lavoro e servizi; se lo Stato è ricco di corrotti (per lo più cattolici, massoni e gesuiti, che hanno infiltrato e profittato dello Stato), impoveriamo e smantelliamo lo Stato! "
" Hayek pensa ad una federazione di Stati, e la cosa davvero interessante è la sua discussione, come dice appunto il titolo, delle conseguenze economiche di una tale federazione. Con logica stringente, Hayek dimostra che una federazione fra Stati realmente diversi porta necessariamente all'impossibilità di un intervento statale nell'economia, e quindi alla vittoria di politiche economiche liberiste (il che ovviamente dal suo punto di vista è un bene). Infatti una federazione per essere stabile ha bisogno di un sistema economico comune e condiviso, e quindi della libera circolazione di merci e capitali, e questo porterà ovviamente a una perdita di controllo dei singoli Stati sulle loro economie. Si potrebbe allora pensare che il controllo statale si sposti al livello federale. Il nuovo super-stato federale si riprenderebbe quei poteri di controllo sull'economia che i singoli Stati avranno perso. Hayek risponde di no. Perché l'intervento statale sull'economia presuppone la capacità di mediare fra interessi contrapposti, di accettare compromessi ragionevoli, che non ci sono, o sono più difficili, fra popoli di Stati diversi. Come scrive Streeck riassumendo Hayek,
"in una federazione di stati nazionali la diversità di interessi è maggiore di quella presente all'interno di un singolo stato, e allo stesso tempo è più debole il sentimento di appartenenza a un'identità in nome della quale superare i conflitti stessi (...). Un'omogeneità strutturale, derivante da dimensioni limitate e tradizioni comuni, permette interventi sulla vita sociale ed economica che non risulterebbero accettabili nel quadro di unità politiche più ampie e per questo meno omogenee (pagg.121-122)"
" Ho qui una lettera di Hayek datata il 7 gennaio 1979, nella quale Hayek scrive che Rothbard 'dimostra che i principi alla base della teoria del mercato competitivo furono ricavati dalla Scolastica Spagnola del XVI secolo e che il liberalismo economico non fu progettato dai Calvinisti, ma dai Gesuiti spagnoli'. Hayek conclude la sua lettera dicendoci:"Posso assicurarvi dalla mia personale conoscenza delle fonti che l'argomentazione di Rothbard è estremamente forte.'"
L'esercito di straccioni, naturalmente, verrà privato della possibilità di rivendicare i diritti costituzionali all'interno del proprio stato nazionale, perché questo, come abbiamo già detto, verrà distrutto:
"In questi anni non abbiamo fatto altro che ascoltare le più svariate accuse tra paesi europei, ad esempio tra Italia e Germania, che si incolpano a vicenda della crisi; oppure stupidi paragoni del tipo: quel paese è più virtuoso di questo, quel paese ce l'ha più "duro" di quest'altro; ma anche questa è la solita farsa gesuitica; mettere tutti contro tutti, in competizione gli uni contro gli altri; in questa guerra crediamo che la Germania abbia goduto di qualche deroga e di qualche vantaggio temporaneo , un fatto che ha contribuito a fomentare il razzismo intra europeo, ma la manna sembra essere finita anche per loro .
I gesuiti e il Vaticano, naturalmente, hanno combinato questa Unione Europea, compreso il carcere della moneta unica, per fare in modo che i rapporti tra le nazioni si esacerbassero ed arrivassero ad un punto di rottura, per il fine ultimo di distruggere completamente le sovranità nazionali, accusate di non essere all'altezza della globalizzazione, e arrivare quindi all' Ordine Mondiale Gesuitico."
" L'Europa "fortemente competitiva", di cui parla come principio fondamentale l'art.3, par.3 - sempre accostandolo alla stabilità dei prezzi ed alla connessa e subordinata "piena occupazione" di stampo neo-classico- è, come evidenzia con inesorabile chiarezza scientifica Krugman , quella diuna competizione tra Stati , rispondente alla convenienza delleposizioni espressamente antisolidaristiche contenute nel Trattato (artt.123, 124 e 125 TFUE ) ed intessuta sulla guerra finanziaria e commerciale di un mercato aperto principalmente alla libera circolazione dei capitali e al dominio politico realizzato tramite l'asservimento della domanda degli Stati "vicini" alla propria produzione industriale e al proprio sistema bancario-finanziario."
Qui sotto analizziamo altre prove che indicano chiaramente la matrice ideologica cattolica e gesuitica del cosiddetto free market, cioè di quel progetto che è adesso portato avanti come fondamento economico dell'interna Unione Gesuitica €uropea. Partiamo da von Hayek:
Von Hayek: 'Sono nato cattolico. Sono stato battezzato. Mi sono sposato in Chiesa, e probabilmente mi seppelliranno come Cattolico. Ma non sono mai stato capace di essere un praticante Cattolico, un fedele cattolico. Nonostante ciò sono stato a Roma tre settimane fa insieme ad altri 12 vincitori dei Premi Nobel per consigliare il Papa sulle materie politiche. Ho scoperto che il Papa è un uomo di straordinaria intelligenza, ed un abile conversatore. Egli mi ha realmente impressionato.'
Von Hayek: 'Non ho mai capito il significato della parola Dio. Io credo che sia importante nel mantenimento delle leggi. Ma, insisto, siccome non conosco il significato della parola Dio, non sono capace di dire se credo o no nella sua esistenza.'"
Ricordiamo che Giovanni Paolo II, il papa che impressionò von Hayek, era anche lo stesso papa che supportava la moneta unica mondiale.
"Gran parte del merito della riuscita degli affari vaticani a partire dal 1929 va attribuito a questo ex studente di architettura. Nogara diede prova della sua abilità finanziaria quando ricevette da Pio XI la responsabilità dell'amministrazione della somma di novanta milioni di dollari assegnata da Mussolini alla Santa Sede come indennizzo. In precedenza era stato vice presidente della Banca Commerciale Italiana, e si era imposto all'attenzione degli ambienti ufficiali vaticani attraverso Papa Benedetto XV, il quale si era giovato dei preziosi suggerimenti del Nogara (allora direttore della filiale di Istanbul della Commerciale) nell'acquisto, a titolo personale, di titoli dell'impero turco. Posto a capo dell'Amministrazione speciale di nuova istituzione, il fedele Nogara ebbe carta bianca, e pur cavando dal proprio cappello molti degli affari del Vaticano, si rivelò uno straordinario amministratore. Intraprendendo una politica di investimenti a livello mondiale riuscì a moltiplicare più volte il capitale iniziale.
Nella sua politica dei profitti Nogara si attenne a una regola, secondo cui il programma d'investimento del Vaticano non doveva essere condizionato da considerazioni religiose. Agli inizi degli anni cinquanta, per esempio, egli utilizzò i fondi pontifici per speculare sui buoni del tesoro della protestante Inghilterra, che gli apparivano più remunerativi di quelli della cattolica Spagna, allora in grave crisi economica. Morì a ottantotto anni, nel 1958, lasciando una "metodologia" alla quale si attennero con religiosa fedeltà i suoi successori, che in tal modo continuarono a realizzare profitti fantastici."
"È necessario riconsiderare, sul filo della storia, i rapporti tra cristianesimo e capitalismo senza dimenticare che la Chiesa fu ed è, ancor più dopo il 1870, uno Stato capitalistico per eccellenza, come tenteremo di mostrare sia pure per brevi cenni. La sua continuità e le sue plurisecolari metamorfosi nel settore finanziario hanno avuto un peso storico non indifferente in tutti i continenti."
In quanto ideologo di un'economia votata al dominio e alla sopraffazione, possiamo annoverare Von Hayek come facente parte della stessa tradizione cattolica (d'altronde questa non è affatto negata da lui) dei padri fondatori dell'U€. Infatti, pur non sapendo se credere o no in Dio, Von Hayek aveva le idee piuttosto chiare riguardo all'influsso che i gesuiti avevano avuto nell'elaborazione del suo pensiero economico. Egli credeva nei gesuiti. In un libro in cui si parla di Alberto Ullastres, ministro dell'Economia spagnolo e ambasciatore presso la CEE sotto la dittatura di Francisco Franco, leggiamo:
"Ciononostante, Ullastres venne descritto come la persona che introdusse il liberalismo economico in Spagna. Il nuovo ministro aveva già lottato molti anni prima, insieme al professore Miguel Paredes, per la terza via che avrebbe dovuto riconciliare il free market con l'interventismo statale che era stato auspicato dal socialismo. I due professori universitari iniziarono a cooperare per invitare alla Menéndez Pelayo International University (corsi estivi) economisti famosi: Joseph Aolis Schumpeter, Friedrich A. von Hayek, Walter Eucken e Wilhem Röpke ; arrivarono von Hayek e Röpke, che scrissero anche insieme per la rivista del CSIC, Arbor, negli anni 1950 e 1951. Nella sua tesi di dottorato, Ullastres difendeva le idee di Juan de Mariana, un gesuita della Scuola di Salamanca, che durante il regno di Filippo III, criticava l'intervento politico nell'economia attraverso la svalutazione della moneta e difendeva la natura privata della proprietà. Friedrich A. von Hayek, il futuro vincitore del Premio Nobel nel 1974, assicurò che "i principi teoretici dell'economia di mercato (...) non furono elaborati dai Calvinisti e dai Protestanti Scozzesi, ma dai Gesuiti e membri della Scuola di Salamanca, durante la Golden Age spagnola. "
"Prima di Jean Bodin, pensatori gesuiti come Luis Molina, Juan de Lugo e Leonard de Leys (Lessius) avevano sviluppato questi concetti per spiegare l'inflazione risultante dall'afflusso dei metalli preziosi dall'America Latina, e in un tentativo di di bilanciare le affermazioni conflittuali della pratica commerciale accettabile e del bene pubblico. F. A. von Hayek (1968), che trovò ispirazione negli scritti di Hume, prese questo materiale neoscolastico seriamente, e ciò lo indusse alla convinzione che Max Weber aveva torto, e che furono i Gesuiti, e non i Calvinisti, a gettare le basi del Capitalismo (vedere Grice-Hutchinson 1952; 1993)."
" Sin dai tardi anni '40 del novecento, se non prima, gli intellettuali spagnoli simpatetici verso il regime di Franco erano venuti in contatto con le idee che ispirarono Erhard e il Scientific Council in Germania. Il problema di come collegare insieme la legittimità di uno stato e la libertà di partnership economica, accogliendo l'idea che la seconda doveva porre le basi del primo, era già stato sollevato al tempo della crisi europea degli anni '30 nella repubblica tedesca di Weimar così come nella seconda repubblica spagnola. Fu un pensiero di crisi, elaborato per fare i conti con la brutta situazione dello stato, la cui legittimità veniva costantemente messa in discussione, e che doveva sforzarsi per tenere il passo delle serie sfide economiche. Figure principali tra quelli che ispirarono queste idee nel contesto tedesco erano persone come Wilhelm Röpke, che durante la seconda guerra mondiale scrisse un libro intitolato Crisis of Our Time , l'economista gesuita Oswald Nell-Breuning e colui la cui carriera e traiettoria sarebbe stata importante nella delimitazione e nell'influenza di questa scuola di pensiero, il giurista austriaco Friedrich von Hayek. Hayek visitò Barcellona e Madrid nel 1949, dove ebbe contatti con i catalani antikeynesiani Salvador Millet i Bel, Joan Sardà e Lucas Beltràn.
Gli spagnoli stavano lavorando sulla loro versione del pensiero della crisi sulle basi delle nozioni medievali concernenti l'autonomia delle corporazioni delle professioni, ispirate dal pensiero legale ed economico dei gesuiti della Scuola di Salamanca del sedicesimo e diciassettesimo secolo, dalle idee di Tommaso d'Aquino e dalla teologia cristiana. Fondamentale tra queste idee vi era l'asserzione che doveva essere un dovere cattolico ribellarsi contro uno stato che invadeva l'autonoma libertà degli individui e delle loro associazioni.
Negli anni '30 del novecento tali idee vennero difese da teologi come il gesuita Aniceto de Castro Albarràn e l'ideologo carlista Juan Vàzquez de Mella, come giustificazione del violento rovesciamento del governo repubblicano spagnolo. Secondo loro, la riaffermazione della classe lavorativa, l'applicazione delle misure di ridistribuzione della ricchezza e il secolarismo violavano la libertà degli individui e rendevano il governo repubblicano tirannico ed oppressivo. Perciò, esso doveva cedere i suoi diritti di rappresentanza. Per questi ed altri intellettuali conservatori vicini alla destra spagnola, questo era parte di un complotto ebreo-massonico-bolscevico contro la libertà economica. Secondo Vàzquez de Mella gli ebrei comunisti e i liberali, in unione con le orde musulmane e altri elementi delle masse sgradite, avevano intenzione di distruggere la cristianità e la civilizzazione occidentale, ed opprimere la libertà individuale. Queste persone erano parte di un ambiente intellettuale che lo storico Paul Preston aveva descritto come facente parte dei "teorici dello sterminio".
Dopo la visita di Hayek nel 1949, Millet i Bell pubblicò un influente articolo difendendo l'individualismo come 'un'attitudine di modesta umiltà precedente all'impersonale e anonimo carattere del processo economico-sociale'. Secondo il sociologo Pinilla de las Heras, questa asserzione equivale alla 'identificazione della mano invisibile di Adam Smith con gli imperscrutabili misteri e i piani segreti della Divina Provvidenza'. Questi ed altri intellettuali spagnoli come Gonzalo Fernàndez de la Mora e Rafael Calvo Serer, aiutarono a fondere il corporativismo cattolico e l'economia individualista dopo il rovesciamento della seconda repubblica e durante la dittatura del generale Francisco Franco. Negli anni '50 del novecento Joan Sardà sarebbe diventato l'architetto del falangismo 'liberalizzante' di Francisco Franco, incluso il piano di stabilità del 1957, e Beltràn il maggiore e animato divulgatore della Scuola Austriaca e un'attrazione permanente nella culla neoliberale, il meeting annuale della Mont Pelerin Society.
Le loro idee circolarono ampiamente tra i giovani studenti di legge ed economia nelle scuole e università cattoliche in Cile, a partire almeno dagli anni '50 del novecento. Da questi ambienti intellettuali e politici, specialmente quelli simpatetici con Franco e i franchisti spagnoli e vicini al partito nazionalista di Onofre e Alessandri, emersero i giovani conservatori che avrebbero giocato un ruolo centrale negli eventi degli anni '70 ed oltre. Essi rinnovarono il conservatorismo al tempo della crisi. Usando la teologia cattolica del diritto di ribellione, insieme con l'asserzione del legame tra la legittimità dello stato e la libertà dei partner economici, costoro avrebbero contestato la legittimità giuridica e politica di Allende. Questa posizione permise anche loro di bypassare le leggi costituzionali, e di minare la posizione costituzionalista all'interno delle forze armate, rafforzata subito dopo l'assassinio del Generale Schneider. Secondo loro il legalismo sposato da Novoa Monreal e dagli altri consiglieri legali ed economici dell'amministrazione Allende, che si appellavano alla Costituzione Cilena e alla legge internazionale al fine di giustificare il nazionalismo, il controllo dei prezzi e l'interventismo statale nell'industria e nei trasporti - che è la costruzione dell'Area di Proprietà Sociale dell'economia - violava la libertà degli individui e delle loro associazioni. Ed era, perciò, ai loro occhi, una legge oppressiva che non doveva legare il popolo cileno."
Oltre a ciò, come avevamo già affermato in precedenza, bisogna tenere conto del decisivo influsso cattolico nella Germania del secondo dopoguerra. L'Unione Cristiano Democratica tedesca, alla quale appartiene anche la "protestante" Angela Merkel, è quell'unione ecumenica fondata da cattolici, che unisce due nemici storici, cattolici e protestanti, sotto l'ombrello del papato romano. Leggiamo da wikipedia:
"La CDU venne fondata dopo la , con l'obiettivo di includere Seconda guerra mondiale Cattolici eProtestanti in un partitoconservatore cristiano."
Infatti, fu il cattolico Adenauer, uno dei padri fondatori dell'Unione Europea, che diresse la CDU e la Germania, negli anni successivi alla seconda guerra mondiale:
"Fino al 1963, il partito e il paese furono guidati daKonrad Adenauer, primo Cancelliere tedesco del dopoguerra. Tra le due guerre Adenauer era stato esponente di primo piano del
"Dopo la guerra, gli americani gli restituirono la carica di sindaco di Colonia, ma venne rimosso poco dopo dagli inglesi, quando Colonia passò alla zona di occupazione britannica. Questo diede ad Adenauer il tempo di dedicarsi alla fondazione dell'Unione Cristiano Democratica (CDU) che sperava avrebbe unito i tedeschi di confessione protestante e cattolica in un unico partito. Nel 1949, divenne il primo Cancelliere della Repubblica federale Tedesca (RFT). In un primo tempo si pensò che Adenauer, all'epoca già settantatreenne, avrebbe ricoperto la carica di Cancelliere solo per un breve periodo. Ciò nonostante Adenauer (soprannominato "Der Alte", ovvero "Il Vecchio") rimase in carica per i successivi 14 anni, passando così alla storia non solo per essere stato il più giovane sindaco di Colonia, ma anche il più anziano Cancelliere della Germania di tutti i tempi."