La vicenda delle unioni civili è finita nel consueto solco della menzogna e dell’inganno che sono la cifra dell’azione politica contemporanea. Acquista la stessa ambiguità e gli stessi caratteri che sono stati del job act, ovvero di una legge che prometteva di temperare la precarietà favorendo i contratti a tempo indeterminato mentre trasformava questi ultimi da ultima trincea dei diritti del lavoro in contratti di precariato senza limiti: con la medesima tecnica una legge che doveva sancire l’uguaglianza delle persone al di là delle propensioni sessuali, è divenuta invece la più cristallina e sfacciata istituzionalizzazione della differenza e della discriminazione legale delle persone omosessuali.
Un risultato davvero brillante per i vari Giovanardi, Verdini, Alfano e compagnia assortita che adesso sono entrati trionfalmente nel contesto del partito della nazione, ovvero nel progetto renziano di cattoliberismo nel quale non c’è alcun posto per le libertà sociali, mentre quelle individuali vengono appannate e contrastate dal reazionarismo chiesastico. Insomma un insieme teso alla conservazione del peggio. Non è una sorpresa, sappiamo bene che tutto ciò che Renzi tocca si trasforma immediatamente in materiale organico e prende per così dire le forme e la sostanza del suo tessitore, ma fa comunque una certa repulsione vedere le schiere di onorevoli nullità che vengono a dire noi non volevamo questo esito, prendiamo le distanze ma non si poteva fare diversamente. E’ come osservare cadaveri che si denudano mostrando tutti gli effetti della decomposizione politica unita all’ipocrisia individuale che spinge scheletri rinsecchiti a imbellettarsi.
Ciò che però viene davvero fuori da tutto questo è un metodo e un’ideologia ormai comuni a tutto l’occidente, facile da ottenere grazie alla mediatizzazione massiccia della società: quello di indicare emotivamente un obiettivo per ottenere l’esatto contrario, certi della totale confusione contemporanea, la stessa che spinge alcuni rassegnati terminali a vedere qualcosa di buono e non un completo inganno in una legge che sancisce una differenza tra i cittadini in aperto contrasto con la Costituzione nella sua essenza. In pratica un espressione legale di omofobia. Così è stato per la negazione di libertà successiva agli attentati in Francia con milioni di persone che inalberando il je suis Charlie collaboravano attivamente a castrare ciò in cui credevano. Così avviene quasi quotidianamente per i diritti sottratti in nome di un presunto e del tutto ingannevole allargamento del lavoro che è stato scientificamente dimostrato illusorio o per le pensioni fatte oggetto di tagli in nome di una sorta di giustizia generazionale che non sta in piedi, che è solo un mito miserabile adottato per limare quelle presenti ed eliminare del tutto quelle future.
Perché mai non avrebbe dovuto essere così anche per le unioni civili che nascevano sotto pessimi auspici, che anzi sono state l’occasione per rafforzare il fronte reazionario -affaristico e sdoganare finalmente affinità elettive in precedenza impresentabili? Hanno fatto le unioni incivili. La domanda è solo quando qualcuno comincerà a svegliarsi e a non cadere mani e piedi sempre dentro la stessa trappola come un topolino drogato.