I comuni di Caltanissetta e San Cataldo patrocinano uno triste spettacolo di falconeria (l'8 e il 9 ottobre) presentandolo come qualcosa di educativo e istruttivo. Tenere in ostaggio per tutta la durata della loro vita falchi, aquile e gufi, assoggettarli e condizionarli forzatamente, affamandoli e torturandoli per loro significa cultura. Le associazioni animaliste invitano a scrivere ai comuni di Caltanissetta e San Cataldo e ai consiglieri
della V commissione "Cultura e affari sociali" di Caltanissetta. Riporto sotto il 'messaggio' tipo da copiare, incollare, firmare e inviare agli indirizzi che troverete immediatamente sotto.
Buongiorno,
scrivo per unirmi alla protesta di tante persone riguardo al patrocinio
dato allo spettacolo di falconeria l'8 e il 9 ottobre negli stadi
comunali Mazzola e Palmintelli
Ritengo che tutto ciò sia vergognoso!
Gli spettacoli di falconeria si basano sulla prigionia e la sofferenza
di poveri uccelli rapaci che vengono allevati in cattività, addestrati e
costretti a eseguire esercizi innaturali di fronte a un pubblico pagante
per tutta la loro vita. Si tratta di spettacoli tristissimi, durante i
quali inoltre questi uccelli, in natura schivi e ritrosi, sono
costantemente esposti alla folla, alle luci e ai rumori, tutto questo
soltanto per divertire e strappare un applauso a un pubblico pagante.
La falconeria non è "tradizione" né "passione" (come sostengono molti
falconieri), non offre l'opportunità di "interagire" con questi uccelli,
né di conoscerli, ma è soltanto l'ennesima forma di sfruttamento di
animali per fini economici, tra l'altro altamente diseducativa per i
bambini.
Chiedo che i comuni di Caltanissetta e San Cataldo smettano di sostenere
o favorire la presenza sul proprio territorio di questo spettacolo e di
qualsiasi altro evento o manifestazione nel quale gli animali siano
utilizzati come intrattenimento per il pubblico a scapito della lora
vita e libertà.
Chiedo che sia subito bloccato l'invito della partecipazione delle
scolaresche dato che questi "spettacoli" come già ampiamente affermato
in un documento sottoscritto dal oltre 530 psicologi "spesso sono
veicolo di una educazione al non rispetto per gli esseri viventi,
inducono al disconoscimento dei messaggi di sofferenza, ostacolano lo
sviluppo dell'empatia, che è fondamentale momento di formazione e di
crescita, in quanto sollecitano una risposta incongrua, divertita e
allegra, alla pena, al disagio, all'ingiustizia".
In attesa di riscontro porgo distinti saluti,
... nome cognome ...
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