Magazine Cultura

Universi interiori: nello Stige ma non abbastanza – Emanuele Giarola

Creato il 01 ottobre 2010 da Viadellebelledonne

   Universi interiori: nello Stige ma non abbastanza – Emanuele Giarola

   amo

“Aprendo la porta interruppe il buio che lo proteggeva…”
“… per lui quei rumori assordanti erano anime inquiete su una linea retta che lo aveva intersecato… “
“Un nuovo inizio li attendeva… …questo mi raccontò… ricordandomi che io ero presente…”
“…dopo questi esodi è facile perdere la memoria… Così muoiono antiche galassie. Così nascono universi interiori.” (da: Neogenesi)

 

Universi interiori: nello Stige ma non abbastanza – Emanuele Giarola

  Scartami e se non ti piaccio scartami

Allium cepa con ottantaquattro sfoglie.
Ancora cinquanta.
Forse.
Abbastanza per un buon soffritto.
Credo.
Un’insalata.
Mah.
Una frittata.
Non so.
Spogliami uno strato all’anno.
Sfogliami.
Fottiti se lacrimi solo nel tritarmi.
Impara a piangere mentre scompaio tra le tue dita.
Se potessi ascoltare…
Se ti importasse…
Se potessi pensare…
Dimensione univoca identificabile nell’unità di misura inventata da masochisti disperati e stolti.
Fammi gli auguri ogni momento perchè è l’inizio di ciò che rimane del mio trascorrere su te.

Universi interiori: nello Stige ma non abbastanza – Emanuele Giarola

Inspiro

All’altro capo del ponte con le zampe
la lanterna illuminata è posta su un architrave
e sulla soglia ci sono due bambini di Bombay
e tre cavallette scozzesi
tra gli arti dei cinque un foglio di stagnola
con una poltiglia di miele e cacao in polvere

l’aria è di anice e cannella
il cielo è carta di giallo bianca
passata da venti venti
dieci al mattino
tre nel pomeriggio
due nella notte
altri tifoni nel mio petto

mutato in quadrupede
nè cavallo
nè gatto
nè puma
ma un grimanto
bevo la distanza senza sfiorare nemmeno
i mattoni dell’arco che collega il ciglio erboso
con la cima di dieci monti sul tetto della torre

tra due colonne
che tengono lo stesso canto fra le loro teste
un altare di niente sosterrà l’anima
che dono a chi vorrei

portici bruciati bucati da soli soli

e una cupola fino alle stelle
attraversa il tempo

viverti è ficcare un dito in quella merenda
in quell’istante
in quel giardino.

Universi interiori: nello Stige ma non abbastanza – Emanuele Giarola

Inspiro

Ninnananna

sogni di un sonno altrui
 
dormi
se sei gentile

se ti svegli
non farmi rinascere
 
non chiedono chi sia
lo sanno?
importa essere
cifre con personalità

 

Universi interiori: nello Stige ma non abbastanza – Emanuele Giarola

Notte Bianca 3

Anello nucleare

Una piuma incollata nell’aria sorvola una sola acqua, ma thailandese.
Finchè il cielo ha il viso nero sporco di bianche lentiggini.
Solo spazio che trabocca dagli occhi e l’alito di un dio giocoso che lo diverte arruffando i miei crini.
Bambini, bambini.
Appena nati.
Un po’ cresciuti.
A metà vita.
Curvi.
Distesi sempre.
Ma sempre bambini.
Così puri da poter calciare un pallone fatto di foglie al centro dell’oceano.
Schizzi di sale bagnato spingono le loro bocche in sorrisi disarmanti.
Di verde blu nero sono le foglie che riparano dalla pioggia sollevata dai piedi infanti di risa vitali. E la piuma si aggrappa a niente per non andare sulla riva sabbiosa. Per non soffocare di polvere. Spinge gli occhi all’insù per affogare tra atomi diversi, liquidi, che si fanno strada e calzano i canali del corpo.
Una notte di luce umana.
Una notte che ricorda quanto un bambino può crescere prima di dimenticarsi. Dalla piuma tornata sullo specchio, in corsa, avverto le forme di una faccia mossa dalle onde della velocità. Su una piuma si può rimanere, basta ricordare se stessi. Il potere di una mente immacolata è la forza più grande. Per giocare alla vita.

Universi interiori: nello Stige ma non abbastanza – Emanuele Giarola

 Up

hai visto?
con tre stelle
nel suo centro
è un cielo di legno
una per ogni tuo ingegno

non preoccuparti
se il tuo dito
non lo sfiora
ti manca poco
poi sarà un cielo di fuoco

Romeo

più spesso
dovrei cercare
sperare di trovare
e recuperare
quel ricordo

quando il padre della madre
bagnava i suoi campi estivi
e l’acqua ghiacciata
fuggiva
da cilindri carcerieri
rinfrescando la terra

e dita caoline
di mani e piedi
di un bimbo
che voleva inquinarsi
di vita…

…afferravano la leva del comando
per spargere linfa chiara
sull’argilla ancor secca

sole riposa
e lascia bere
le zolle assetate
dell’anima di fosso
che circonda
il mio gioco

Universi interiori: nello Stige ma non abbastanza – Emanuele Giarola

  

D’ altro canto

vedrei solo grossa polvere impazzita
uno sciame grande quanto il mio campo visivo
d’api e locuste senz’ali
sbattono
innumerevoli Paolo e Francesca vogliosi di carne pulsante

il desiderio di celare la realtà
almeno durante il viaggio
ha partorito la rabbia per aver sborsato un’intero stipendio
un biglietto platinato
per poter avere il posto in prima classe
non sono mai salito sui vagoni speciali
ancora prototipi sono diventati di linea
per le ansiose scadenze degli ultimatum
non hanno superato i collaudi necessari per l’omologazione
per essere certificati
cazzate
per me andate benissimo
vedrei solo cristalli di sabbia agitata
ma l’opzione confinestriniolograficicheproiettanoilverdeantico
mi toglie il pensiero facendomi sognare per un po’

accanto a me ci sono i miei simili
tanti deja vue
i presenti riflessi in probabili futuri
quello che posso essere
e quello che sarei diventato avendo scelto la giusta direzione
ma non sai mai quale sia la strada che porta verso la scelta esatta
basta ruotare il selettore sulla cinta e la personalità passa
da un ruolo all’altro
ingenuo, timido, killer, medico, ladro, gatto, manta
l’ultima utilizzabile solo sott’acqua

ora sono poeta su un continente alla deriva
in missione per se stesso
il tempo che rimane per ora ha uno scopo
spesso no

perfino il soffitto mostra serenità
un cielo terso con simpatici raggi primaverili
al mio fianco un passero cinguetta e saltella
cerca cibo oppure un gioco e io gli tendo la mano
raccoglie le minuscole forze tra l’erba e le viole
scatta
si stacca da terra e arriva sopra il palmo
si blocca
insieme alle fronde, i cespugli, le nuvole, le farfalle
fermi

perfetto
tutti quei soldi per avere il top del comfort
credevo negli insetti del prato
e un altro bug congela il video che lo manda in loop
mi piace dire loop
mi piace pensare alle cose cicliche
ma questo passero comincia ad essere insopportabile
per tutto il resto del viaggio non riesce ad arrivare a me
ritenta mille volte
facendomi lacrimare

la stazione si avvicina
l’annuncio è chiaro
la destinazione quella vera è inequivocabile
non ricordo dove l’ho sentito dire
ma è la verita
la fede ci divide, la morte ci unisce

e la stazione arriva
col ricordo di te
della tua schiena scura che s’adagia a pregar il tuo dio
suppliche che frantumano una luce millenaria
per desiderare chi vuoi
che è altrocredo
lo spirito è sgusciato dal tuo corpo ghermito
e mi aspetta nella nube
ho sentito la notizia di una donna torturata
ho sperato fino all’ultimo istante
ma è l’istante a parlar per ultimo
quindi ho scelto il terminal senza cupola
se non altro è il luogo più vicino a te
il vagone è fermo
e scendo

nel gran deserto della Vecchia Australia novecentosettantasei sfere ambrate saltellano in fila indiana
ognuna mi scavalca, per caso penso io
non mi considerano perchè non hanno occhi, persi con le code e le zampe
la novecentosettantasettesima mi vede benissimo
le schegge della tempesta mi scorticano
la grande sfera ambrata attiva l’allarme che nessun dittatore ascolta
lentamente il suono mi rende sordo
cade un occhio e poi l’altro
e il mio spirito inizia a sgusciare dalle orbite
Paolo e Francesca mi conducono nella camera per assistere al loro amore
abbracciato a te li guardo estasiato e triste

oggi sono un poeta
il guerriero perfetto che trafigge i vuoti di queste crepe
con lancia da dragoniere intinta nella pece delle sue vene
non siamo mai stati liberi fino a questo momento
perchè sapevamo cosa non riuscivamo ad avere
mentre camminiamo la libertà è tutto e tutto è troppo

ora incastrati nell’aria dimenticheremo le nostre vite
sapremo di aver avuto soltanto un’esistenza di uragano
figli indesiderati del fato
siamo caos nel nuovo ordine

vedo le tue labbra su oceani crepuscolari
e le tue mani su celesti ghiacciai

tutto ricomincia

oggi sono io
ancora

è bello pensare che succederà

le possibilità degli eventi
il poter scegliere

“ho scelto te”
“e io di essere libera per amarti”

Universi interiori: nello Stige ma non abbastanza – Emanuele Giarola

(da: Buonumore)

un pensiero per ogni abitante
in un secondo
e nel tempo successivo
un pensiero per me
-
_miei cari_
___è l’odore___

_____della pelle_____

_ _ _ ____del mio seme____ _ _ _

***

Emanuele Giarola nasce nel 1976. Si diploma geometra nel 1995. Nel 2003 diventa libero professionista per supporto grafico di studi tecnici. Dal 1982 disegna, scrive, fotografa, suona, canta, ascolta, ama, gioca…
in Internet cura il blog  UNIVERSI INTERIORI
e il sito artistico personale    qui

Dal 16 ottobre al 12 novembre esporrà un suo scatto fotografico alla mostra
LIE TO ME a Verona in via XX settembre nello spazio espositivo CARGO 20.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines