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Università e fuori corso.

Creato il 15 luglio 2012 da Mir Gorizia @Ettore_Ribaudo
«I fuori corso all’università esistono solo da noi», per questo «bisogna cambiare rotta». Questa è la frase proferita dal Ministro Profumo, il quale dimentica o fa finta di dimenticare le reali cifre che separano l’università italiana dai sistemi formativi europei: l’Italia spende per l’università lo 0,9% del Pil in confronto ad una media europea dell’1,5%, l’8,4% degli studenti risultano beneficiari per la borsa di studio in Italia, quando la media europea è superiore al 25%. Mi domando, inoltre, se il Ministro Profumo sappia che il rapporto tra il numero di studenti per docente in Italia è nettamente superiore rispetto a quello degli altri paesi europei e di come tutti questi fattori incidano sulla possibilità dello studente di essere seguito e sulla caoticità dei servizi e della didattica dell’università italiana. Ma come sempre ci confrontiamo con l’Europa solo quando si deve tagliare la spesa pubblica e approvare riforme del mercato del lavoro che precarizzano il futuro di una generazione, mentre quando ci si dovrebbero confrontare sui livelli di investimento in istruzione la nostra classe politica fa finta di nulla. Adesso questo Ministro ha deciso che si vuole aumentare le spese di chi va all’Università ma, è fuori corso; dimenticando che chi si trova in questa condizione lo è anche per necessità! Se io studio e i miei genitori mi aiutano all’Università, ecco che non sarò fuoricorso (si spera) al contrario se devo lavorare per mantenermi all’Università ecco che il fuori corso è una necessità! Allora caro Governo, se non cambi e crei lavoro per le persone, non puoi tassarle perchè tu non sei capace di fare il tuo lavoro!Tags: classe politica, Governo, lavoro, Ministro profumo, politica, riforma universitaria, Tag

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