Non si perda tempo per la sua realizzazione e la politica favorisca il dialogo tra enti e istituzioni per un traguardo che può rendere il capoluogo salentino una capitale permanente della cultura globale
Non è possibile che la politica si perda in sterili dibattiti fondati su presupposti ideologici vetusti e senza alcuna apertura verso il futuro, quando si parla della possibilità concreta della realizzazione di un polo culturale di rilevanza internazionale in una piccola cittadina del Sud, da sempre tradizionale crocevia di culture e popoli.Ecco perchè, per tentare di mettere a tacere le diatribe nate dopo il lancio giornalistico della prima Università islamica italiana a Lecce interviene anche Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” che sottolinea come non bisogna più perdere tempo e non mettere alcun bastone tra le ruote alla lodevole iniziativa che a quanto pare – per come dichiarato allo stessa associazione da parte dell’avvocato Giampiero Khaled Paladini presidente della Confime, organizzazione di professionisti e aziende, in tutto circa 500, provenienti dalle regioni del Mezzogiorno che si stanno adoperando per la realizzazione – è in dirittura d’arrivo.Siamo certi, infatti, che la creazione di un’università d’ispirazione islamica, la prima in Europa, in un territorio come quello salentino, da sempre propenso al dialogo e all’incontro per ragioni geografiche e storico – sociali, non possa che rappresentare un ulteriore e prezioso elemento in tal senso, rendendo il capoluogo salentino una capitale permanente della cultura globale.
Lecce, 27 ottobre 2014
Giovanni D’AGATA