L’Università della Basilicata, in collaborazione con Total e Shell, ha attivato un Master annuale di secondo livello in “Petroleum geoscience” per preparare esperti nell’analisi geologica delle aree da cui si estrarrà il petrolio, con lezioni frontali esclusivamente in lingua inglese, l’utilizzo di software innovativi, seminari e campagne di studio nell’Appennino lucano e nei giacimenti locali.
Il Master è stato presentato oggi, a Potenza, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato il prorettore alla Didattica dell’Università della Basilicata, Aurelia Sole, i responsabili scientifici del corso, l’assessore regionale alla ricerca Raffaele Liberali, il direttore commerciale di Shell Italia E&P, Tom Kjolberg, e Giuseppe Cobianchi, direttore dell’ufficio di rappresentanza di Potenza di Total E&P Italia, e l’assessore regionale alla formazione e alle attività produttive, Raffaele Liberali.
Sarà fornita ai giovani laureati la formazione adatta a rispondere a una forte domanda del settore, che richiede figure professionali altamente qualificate, in questo caso esperti di sviluppo dei campi petroliferi (field development). Nelle fasi di sviluppo di un sito, infatti, il “Petroleum geoscientist” è di supporto al petrofisico e all’ingegnere dei giacimenti per la valutazione economica delle riserve e per lo studio di fattibilità industriale. Il corso sarà articolato in cinque moduli didattici, con lezioni ed esercitazioni in aula tenute da docenti universitari, su: Introduzione alle Geoscienze applicate agli idrocarburi, Stratigrafia e sedimentologia avanzata, Geologia strutturale avanzata, Proprietà dei giacimenti, Geologia dei giacimenti d’idrocarburi in Italia. L’ultimo modulo didattico consisterà in una campagna geologica. Sono anche previste attività seminariali tenute da tecnici delle compagnie sponsor del Master ed un training (team project) coordinata da Total e Shell. Tutte le attività didattiche e seminariali, escluso il “field course”, saranno svolte nella sede universitaria di Potenza. La campagna (field course) sarà basata in particolare sull’osservazione in affioramento della geologia dell’Appennino meridionale, con particolare attenzione alle rocce presenti nel sottosuolo dei campi petroliferi della Val d’Agri e di Corleto Perticara (Potenza). Al Master sono stati ammessi laureati magistrali in Scienze geologiche, geofisiche e in Ingegneria per l’ambiente e il territorio. Il corso prevede una frequenza obbligatoria dell’80%: le competenze acquisite potranno essere sfruttate anche in un ambito più generale delle georisorse, come nei settori dell’idrogeologia, della prospezione e sfruttamento dell’energia geotermica, dello stoccaggio dell’anidride carbonica e degli studi geologici a supporto delle grandi opere.
La Basilicata custodisce il più grande bacino petrolifero on-shore dell’Europa occidentale. Il legame tra il greggio e il territorio lucano prende il volo definitivamente negli anni Novanta e oggi si concretizza nei progetti della Val D’Agri, il cui giacimento è operato da Eni in partnership con Shell, e il progetto “Tempa Rossa” operato da Total in partnership con Shell e Mitsui. Il petrolio estratto in Val d’Agri, viene inviato a Taranto attraverso un
oleodotto, per la raffinazione o il trasporto via mare.
La Total, invece, ha acquisito successivamente la concessione per il progetto di “Tempa
Rossa”, nell’alta valle del Sauro: l’area si estende principalmente a Corleto Perticara
(Potenza), e a quattro chilometri dal sito verrà costruito il centro di trattamento (nel
comune di Guardia Perticara). Cinque pozzi si trovano a Corleto Perticara, mentre il sesto
pozzo è situato nel comune di Gorgoglione. Altri due pozzi sono in attesa di perforazione.
A regime l’impianto avrà una capacità produttiva giornaliera di circa 50.000 barili di
petrolio, 230.000 metri cubi di gas naturale, 240 tonnellate di Gpl e 80 tonnellate di zolfo.
“Il Master – hanno detto i responsabili scientifici della didattica, il prof. Giacomo Prosser e il dott. Fabrizio Agosta, del dipartimento di Scienze dell’Università della Basilicata – ha molti punti d’innovazione: i corsi saranno svolti esclusivamente in lingua inglese, verrà dato ampio spazio alle esercitazioni pratiche attraverso l’utilizzo di software innovativi, la didattica sarà svolta sia da accademici con documentata attività scientifica nel settore che da esperti tecnici delle compagnie partner. Il Master si prefigge di formare esperti nel campo del ‘field development’, quel segmento di attività compreso tra l’esplorazione di un giacimento e l’effettiva produzione di greggio. Questa iniziativa di alta formazione, che sarà replicata nei prossimi anni, rappresenta un’arma fondamentale per avere opportunità di lavoro immediate in tutto il mondo”.
Per Cobianchi “la collaborazione con l’Università e le scuole, nelle aree di attività, rappresenta uno dei punti salienti della politica di sviluppo sostenibile di Total e si accompagna alla volontà di stringere relazioni di lungo termine con il territorio. Per Total la formazione costituisce un volano di sviluppo economico e sociale e, per questa ragione, abbiamo deciso di collaborare con l’Università della Basilicata. Gli studenti potranno usufruire dell’esperienza internazionale di colleghi del nostro gruppo e acquisire competenze professionali certamente investibili nel settore Oil & Gas, ma anche in diversi altri campi delle geoscienze”.
Shell “nel corso degli anni – ha invece spiegato Kjolberg – ha sempre avuto una fattiva collaborazione con l’Università degli studi della Basilicata, per lo sviluppo di diverse iniziative. Qui abbiamo avuto l’opportunità di incontrare giovani talenti lucani, e di offrire loro opportunità di crescita formativa per essere pronti e competitivi con la loro professionalità nel mercato del lavoro. Il Master va proprio in questa direzione, e rappresenta un’ottima opportunità di formazione sul territorio regionale, per acquisire competenze professionali rilevanti anche a livello internazionale”.
L’assesore Liberali ha infine evidenziato la necessità di “puntare sulla formazione rispettando le esigenze e le richieste del mercato del lavoro, investendo nella collaborazione con il mondo industriale e puntando a una visione globale di lungo periodo, in termini di ricerca e di innovazione. E’ necessario inquadrare, come punto di riferimento, i settori strategici della regione, non solo legati al territorio ma anche a una visione aperta del mondo, in modo specifico – ha concluso – sull’agroalimentare e sul controllo ambientale”.
Davide De Paola