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Uno

Creato il 23 agosto 2013 da Irenecampinoti

uno-gameDopo una settimana di litigi le bambine si sono finalmente accordate: adesso stanno giocando a carte e, per non smentire la tradizione dei circoli, non stanno zitte un secondo e discutono su ogni mossa. Non credete chissà cosa, stanno giocando a UNO, evoluzione dell’antica briscola che giocavo con mia nonna, forse il gioco che mi ha trasmesso per primo l’amore per i disegni: la donna di cuori è bellissima, quella di mattoni è sensuale, la donna di picche è una contadinella arricchita, quella di fiori ha una certa età. I re sono tutti troppo anziani, mentre fra i gobbi, alla fine la scelta si riduce a quello di cuori anche se è uno squattrinato, soltanto perché il gobbo nero è quello che ti fa perdere… ma non è detto che sarà sempre così.
Forse non mi hanno trasmesso soltanto l’amore per i disegni, la briscola era un mezzo del Grande Fratello per darmi un imprinting ben preciso riguardo all’amore…
Attraverso San Miniato e mentre le botteghe sono chiuse, almeno quelle che non credono che il futuro di tutta Italia dovrebbe essere il turismo, osservo, ammanettando i pensieri, un vestito optical, una camicia a pois su un signore abbronzato dai capelli argentati, una camicia a fiori su un paio di bermuda,  bambini con i genitori, genitori insieme, passi lenti, soste, sorrisi e osservazioni prolungate, lentezza estiva, appropriazione di spazi alternativi che seguono in maniera naturale il naturale processo energetico dei corpi in movimento. In gran parte sono Samminiatesi usciti fuori dai loro percorsi obbligati di tutto l’anno. Samminiatesi estrapolati. Meravigliosi, dovrebbero vedersi.
Penso che sia inutile arrabbiarsi ancora per le cose che non vanno. Chi crede veramente che quello che pensa sia il meglio per tutti, fa la corsa in politica finché non mette il culo in quel posto dove si decide per tutti. Io non sono così, e dopo poco a guardare i caproni mi stanco, mi metto a sedere e applico quello in cui credo nel mio piccolo. Sono una formichina e so che ci sono tantissime formichine come me. A forza di scavare gallerie nel sottosuolo, prima o poi, cadono le montagne.
Un’estate a casa è lunga e faticosa. Cerco su internet un posto, un posto qualsiasi dove scappare una settimana. Non c’è niente, nulla, nessun aereo, nessun albergo, nessun bungalow, niente.
Immagino che il Grande Fratello (quello vero, non lo spauracchio di Mediaset) abbia manomesso la cartina di booking.com per far credere che sia così, che la crisi non esista, e che intanto gli albergatori stanno tutti a braccia incrociate ad aspettare prenotazioni che non arrivano.

Le bambine stanno giocando a bambolotti. La costanza che avevo io con i giochi, loro se la possono soltanto sognare.
O forse è soltanto perché io non ho il fascino di mia nonna e con tutto il caos che c’è qui intorno, come posso fare a trasmettergli l’amore vero e prolungato per qualcosa, che sia il gobbo di cuori, quello nero… o UNO qualsiasi?


Archiviato in:Cantastorie Tagged: briscola, estate, estate a San Miniato, Grande Fratello, San Miniato, uno game, Uno gioco

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