Ci sono scoperte di notevole importanza che a volte vengono dimenticate, una di queste è il ritrovamento dei diciotto scheletri giganti del Winsconsin.
Intorno a questa vicenda gira una storia curiosa avvenuta circa un secolo fa, da una parte verrebbe confermata l’esistenza dei giganti, dall’altra verrebbero svelati dei segreti che nascondono con cura scoperte scomode che svelano all’umanità la sua vera storia evolutiva.
Un team di archeologi del Beloit College, nel maggio del 1912, si stupisce della scoperta realizzata in uno scavo, realizzato presso il lago Delavan nel Winsconsin, qualcosa di incredibile, irreale e ignoto che lasciò tutti a bocca aperta, uno scavo che portò alla luce oltre duecento tumuli con effigie che furono considerate come esempio classico della cultura Woodland, una cultura preistorica americana che si crede risalga al primo millennio a.C. ma la stranezza non sta in questo ma in qualcos’altro, quello che non si riesce a spiegare fu il ritrovamento di diciotto scheletri dalle dimensioni enormi e con i crani allungati, scoperta che non si adattava affatto alle nozioni classiche contenute nei libri di testo. Gli scheletri erano veramente enormi e, benchè avessero fattezze umane, non potevano appartenere a esseri umani normali.
La notizia diede subito l’allarme e il 4 maggio 1912 nel New York Time si legge la descrizione del misterioso ritrovamento, parole che trasmettono il terrore verso qualcosa che è lontana da ciò che è reale ai nostri occhi e alla nostra fantasia, queste le parole riportate sul famoso giornale:
“La scoperta di alcuni scheletri umani durante lo scavo di una collina presso il Lago Delevan indica che una razza finora sconosciuta di uomini una volta abitava il Wisconsin Meridionale. [...]. Le teste, presumibilmente di uomini di sesso maschile, sono molto più grandi di quelle degli americani di oggi. Il cranio sembra tendere all’indietro immediatamente sopra le orbite degli occhi e le ossa nasali sporgono molto al di sopra degli zigomi. Le mascelle risultano essere lunghe e appuntite [...].”
Di chi erano realmente quegli scheletri? Esseri umani giganti vissuti sul nostro pianeta? Una specie proveniente da altri mondi? Forse una specie aliena? E soprattutto perchè queste scoperte non sono riportate negli archivi ufficiali e quindi mancano nei nostri libri di storia? Cosa c’è da nascondere dietro tutto questo?
Anche se può sembrare strano questa non fu ne la prima ne l’ultima notizia di ritrovamenti “fuori dal normale”, molti giornali risalenti anche a molti anni precedenti hanno, infatti, attestato ciò che possiamo sapere quasi con certezza, prima di noi ci sono state razze diverse che hanno notevolmente allarmato la società attuale fino a far svanire la realtà in archivi segreti.
La prima notizia pubblicata su un giornale che riguarda tale argomento risale addirittura al 1856, riportata in un articolo datato 21 novembre dello stesso New York Times:
“Un paio di giorni fa, alcuni operai hanno scoperto nel sottosuolo della vigna dello sceriffo Wickan, a East Wheeling, Ohio, uno scheletro umano. Alquanto rovinato, è stato difficile identificarlo dalla posizione delle ossa, che sembrano non avere la lunghezza del normale corpo umano nella sua posizione originale. Ciò che ha impressionato lo sceriffo e i lavoratori sono state le dimensioni dello scheletro, pari a circa undici feet (tre metri e trenta)! La sua mascella e i denti sono grandi quasi quanto quelle di un cavallo“.
12 anni dopo, nel 1868, nel giorno di Natale, è sempre il NYT a dare un’altra notizia di giganti. Alcuni operai della compagnia Sank Rapid Water Power erano impegnati negli scavi per la costruzione di una diga per la creazione di energia idroelettrica lungo il fiume Mississippi. Durante i lavori, gli operai hanno rinvenuto i resti di uno scheletro umano di dimensioni gigantesche incastonati nella roccia di granito:
“La tomba era lunga circa sei metri, larga un metro e venti e profonda quasi un metro. I resti del gigantesco uomo sono completamente pietrificati. La testa enorme misura una circonferenza di 78 centimetri, ma con una fronte molto bassa e molto inclinata all’indietro. La statura complessiva del misterioso individuo è pari a circa tre metri e quaranta centimetri”.
L’8 settembre del 1871, il NYT riporta la notizia di altri scheletri giganti rinvenuti durante dei lavori di scavo a Petersburg, in Virginia:
“Gli operai impegnati nei lavori della ferrovia, si sono imbattuti in una sepoltura contenente gli scheletri di quelli che si pensano essere nativi americani di un’epoca remota e di una perduta e dimenticata razza umana. I corpi esaminati presentano una formazione molto strana e impressionante. [...]. Il femore è molto più lungo di quello degli individui umani normali, tanto da far ipotizzare una statura di quasi tre metri”.
Il 10 agosto 1880, il NYT ribatte un articolo riportato dall’Harrisburg Telegraph, nel quale si riporta lo stralcio di un verbale redatto il 24 maggio 1798 dal giudice Atlee a seguito di una strana scoperta:
“In compagnia del procuratore capo McKean, del giudice Bryan, del sig. Burd e di altri rispettabili signori, ci siamo recati nella proprietà del sig. Neese, dove ci è stato mostrato il luogo nei pressi della sua abitazione dove diversi anni fa furono rinvenuti due scheletri umani. Gli scheletri misurano circa tre metri e trenta”.
Il 25 maggio 1882, il NYT riporta la notizia di un ritrovamento presso St. Paul, nel Minnesota:
“Uno scheletro di dimensioni eroiche e dalla singolare forma è stato scoperto durante i lavori di scavo di una collina presso la Red River Valley. [....]. Lo scheletro in questione era in perfetto stato di conservazione. L’uomo è stato identificato come “gigante”. Un’investigazione dello scavo e del suo contenuto è stato avviato dalla Historical Society”.
Il 20 dicembre 1897, il NYT riporta la prima scoperta di giganti avvenuta nel Winsconsin, nei pressi di Maple Creek. Vennero scoperte tre colline funerarie, una delle quali fu aperta rivelando lo scheletro di un uomo gigantesco. La statura dell’essere era quasi di tre metri, e il suo stato di conservazione pressoché perfetto.
L’11 febbraio 1902, viene riportata la notizia di una spedizione archeologica presso un sito del New Mexico, dove furono trovati alcuni scheletri umani giganteschi:
“Dopo la scoperta di resti di una razza di giganti a Guadalupe, New Mexico, gli archeologi si preparano per una spedizione nella regione [...]. Luciana Quintana, la proprietaria del ranch nel quale sono collocate le antiche ossa, scoprì due pietre con delle curiose iscrizioni. Scavando al di sotto di esse, furono scoperte le ossa di scheletri appartenenti ad individui alti non meno di tre metri e sessanta [...]. Quintana, la quale ha poi scoperto molti altri siti simili, crede che gli scheletri sepolti di una perduta razza di giganti siano migliaia. La supposizione si basa su una tradizione cominciata con le prime invasioni spagnole, secondo la quale un’antica razza di giganti un tempo remoto abitava la regione oggi nota come New Mexico orientale. Le leggende degli indiani d’America raccontano la stessa tradizione”.
Il New York Times non è l’unico giornale ad occuparsi di giganti. Anche alcuni giornali di inizio secolo riportano notizie di giganti, come il Sun del 1893, New Age Magazine del 1913, Popular Scienze del 1932, il San Antonio Express del 1940.
James Vieira, un ricercatore indipendente, per quasi vent’anni, e prima dell’avvento di internet, ha raccolto migliaia di riferimenti giornalistici sui ritrovamenti dei giganti, scavando negli archivi del New York Times, dello Smithsonian Ethnology Reports, dell’American Antiquarian, e della Scientific American, scoprendo che buona parte di queste scoperte è praticamente nascosta al grande pubblico.
Tra le scoperte notevoli di Vieira, vi è una foto scovata negli archivi dello Smithsonian Ethnology Reports, scattata durante una lezione del prof. McGee, nel quale si vede uno scheletro gigante dalla statura di circa due metri e ottanta, poi venduto alla Smithsonian Institution per la cifra di 500$.
Lo scheletro apparterrebbe alla cosiddetta cultura dei Mounds Builders (letteralmente costruttori di tumuli), un’antica popolazione del Nord America vissuta circa 5 mila anni fa, in un periodo precedente alla storia dell’Antico Egitto e di tutte le sue dinastie. Secondo i teorici della cospirazione, la Smithsonian Institution acquisto lo scheletro con la volontà di sottrarlo alla conoscenza dell’opinione pubblica.
Questo episodio portò a molti interrogativi, Vieira cercò di spiegare cosa stesse succedendo intorno a quell’alone di mistero, la motivazione principale, disse, era il bisogno di conservare valida la Teoria dell’Evoluzione di Darwin, la quale spiega molto bene il normale percorso evolutivo di tutti gli esseri viventi, umani compresi, da forme semplici a forme più complesse.
Gli scheletri giganti ritrovati non potevano essere posti nella scala evolutiva dell’uomo perchè rappresentano un’involuzione. Questa motivazione non convince però tutti, questa dichiarazione non può bastare per eliminare dei reperti che potrebbero far luce su molti interrogativi del passato dell’uomo.
C’è chi ipotizza che quelli sarebbero i resti degli abitanti di Atlantide e chi invece è pienamente convinto che gli scheletri ritrovati non appartengano alla specie umana ma a corpi di ET, questo spiegherebbe la tanta segretezza del caso, potrebbe essere infatti una strategia per nascondere l’esistenza degli extraterrestri.
Vecchi discendenti, abitanti di Atlantide, ET o qualunque altro essere fossero, il mistero rimane sempre uno: Perchè quegli scheletri giganti sono nascosti a noi tutti esseri umani?
Written by Bernadette Amante