Bimbo. Inaffiare. Margherita.
Milano. 18.2.2011. Ore 15. Passeggiavo nei Giardini della Guastalla, nel cuore della città meneghina, proprio alle spalle della biblioteca Sormani. La giornata era serena, ariosa, soleggiata e colorata. Una rarità alla milanese.
Vicino ad un prato, vi era un bimbo. Era accompagnato dalla nonna. Aveva appena riempito il proprio innaffiatoio dalla vicina fontana e si aggirava sorridente tra le aiule e lo sterrato del parco. Ad un certo punto l’ho visto dirigersi verso un punto ben determinato, accelerando il passo. Allora mi sono incuriosito, e l’ho seguito con lo sguardo. Poi si è accovacciato e ha iniziato ad inaffiare alcune margherite, con calma, cura e forse, inconsciamente, amore.
In quell’istante sono stato colpito da una scossa di serenità e poesia e dolcezza. Tutto insieme. Quella visione, così tenera e di una bellezza davvero pura, ha saputo riconciliarmi con il mondo, capace di riportarmi (per l’ennesima volta) dalla parte degli ottimisti della vita, quelli del bicchiere mezzo pieno. Quell’evento, nel suo insieme, trasudante gocce del senso vitale.
Grazie bimbo, per quello che hai fatto e per il messaggio che mi hai consegnato. Di cuore.
Un bimbo che inaffia le margherite. Un evento così semplice e naturale da risultare meraviglioso. Perla rara. Felice di esserci stato, anche oggi, nell’immensità del universo, su questa terra. A suo modo, è stato ancora più bello vivere.
MaLo