Si dice che gli esseri defunti tornino tra i viventi ad ossessionarli quando qualcosa nel loro triste trapasso si sia inceppato. Di solito causa dell’inceppamento è una azione fraudolenta o violenta; possono esservi zone d’ombra, segreti celati sulle cause vere della dipartita; altre volte è il mero rimpianto di qualche penoso sentimento restato inespresso a chiamare il deceduto a nuova precaria ed evanescente vita. Spesso, quasi sempre anzi, l’evocazione viaggia sulle possenti ali di arcane formule magiche, che traggono forza da millenni di oscura e raggelata sapienza.
Anche noi a Cremona, nel nostro piccolo, abbiamo i nostri maghi. Forse non saranno espertissimi, ma onore al merito, ci provano. Gli ingredienti ci sono tutti, a partire da un piano d’ambito cadavere a cui nessuno colpevolmente ha mai dato onorata sepoltura. Le formule magiche usate dal presidente Salini per l’evocazione non sono proprio antichissime, sono per la verità copiate di sana pianta dalle carte di una cara e (questa sì) vecchia amica, la strega Formigona. Che a dire il vero in quest’ultimo periodo non se la passa benissimo; assiste da mesi a un’ecatombe di nani, folletti e stregoni, tutti figli suoi, stroncati nel fiore degli anni dalla fata Intercettina. C’è di che deprimersi, viene quasi voglia di smetterla con le vacanze regalate sugli yacht.
Ma torniamo agli spettri nostri. Il problema ora è che il maghetto incauto legge le carte, ne trae la formula, la passa al suo Ufficio Declamazione Formule Magiche e il cadavere si muove, sì, ma non rinasce. Geme, si contorce, s’aggira piangendo per le strade: il viandante che vuol essergli di conforto con una fraterna pacca sulla spalla l’attraversa di tutto il suo braccio e si ritrae attonito, smarrito e un po’ pallido. “Oh incorporea forma, di che ti dogli?” “Fui un tempo roboante piano d’ambito, da molti voluto, da pochi osannato, dai più disdegnato. Ebbi in me due colpe, due macchie dalle quali i miei stolti e malevoli creatori non vollero emendarmi (e per alcuni ero anche un po’ sovrappeso, ma l’estetica che conta?): e fu così che venni fulminato sul mio sentiero da decine e decine di ripetuti voti negativi”. “Dunque ora, che fai tra noi?” “Fui tolto dal mio sonno eterno da un mago testardo che non poteva accettare la mia dipartita e pronunciò formule tratte da un libro sgangherato (la Regional Legge Ventesimasesta) che ha più falle del Titanic (riposi anch’esso in pace). Deh, viandante, ti prego, implora a nome mio chi mi ha risvegliato di lasciarmi ove giacevo, che io possa tornare a decompormi in pace. Null’altro chiedo, solo un atto di pietà”.
Uno spettro s’aggira per Cremona. Se hai ventura d’incrociarne il passo, viandante, riaccompagnalo da chi l’ha destato.
Comitato Acqua Pubblica del Territorio Cremonese
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