Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
L’argomento è delicato. La tragedia di mamme e bimbi investiti dal reo confesso della rapina alla tabaccheria di Sarre ha colpito l’intera comunità. Al di là dell’ inevitabile solidarietà umana, vorrei però evidenziare qualche aspetto grottesco della vicenda. Il sindaco di Aosta e il Presidente della Regione, nonché Prefetto, si sono dichiarati stupiti di “come uno, riconosciuto colpevole, sia stato lasciato andare a prendersi la macchina e a fare quello che ha fatto“. Scatta automatica la battuta: come può un pregiudicato ricoprire la carica di Presidente della Regione? Battute a parte la questione però è un’altra: ci sono o ci fanno? La vicinanza con le vittime dell’incidente e qualche “legittimo” istinto non esattamente urbano nei confronti del colpevole non hanno nulla a che fare con la legge e con chi la applica. Il giudice, probabilmente a malincuore, sarà stato “costretto” ad applicare quanto stabilito dal codice penale, per fortuna non viviamo nel Far West (non dovremmo).
Diversa, invece, l’ipotesi nella quale lo stesso avesse dovuto “interpretare” la legge per punire con maggiore severità il colpevole (forse perché di etnia diversa e quindi più colpevole degli altri a prescindere?). Non sono un esperto e gradirei che qualche addetto ai lavori si esprimesse in proposito. Il rapinatore straniero si è dichiarato colpevole. Ha collaborato con le forze dell’ordine per fornire indicazioni sui complici. L’arma utilizzata a Sarre era una pistola giocattolo (resta la gravità del gesto, per carità). Suppongo gli abbiano anche ritirato i documenti necessari all’espatrio. Alla luce degli endemici quanto drammatici problemi di sovraffollamento delle carceri italiane, il magistrato ha ritenuto opportuno denunciarlo a piede libero. Ok, il popolo al bar può lasciarsi andare ai commenti più feroci. E’ umano e comprensibile. Due rappresentanti delle istituzioni, ignorando i più elementari pricipi di legge, no. Loro non dovrebbero fomentare l’odio nei confronti del malvivente (forestiero) e della
Giustizia che si è “permessa” di lasciarlo a piede libero. In campagna elettorale gli spot beceri sono all’ordine del giorno, ma dichiarare
“per uno, che non voglio definire, si va a guastare una manifestazione unica” è francamente troppo.