Barbi approfitta di questa riedizione delle avventure del gobbo becchino Ghescik e dello squilibrato cacciatore di topi Zaccaria per limare e correggere, eliminando certe ingenuità (non tutte) e dando più spazio alla prostituta Isotta, la cui uscita di scena nella precedente versione risultava parecchio affrettata. Il risultato è un libro solido e piacevole, scritto con uno stile lineare e pulito che non brilla per inventiva ma neanche pecca di presunzione. L’incastro narrativo è ben costruito e procede spedito fino alla conclusione senza incappare in forzature o cali di ritmo, mentre il bilanciato mix di ironia e dramma, unito alla simpatica e cialtronesca furbizia del becchino storpio, forse il vero protagonista, e all’ambientazione rurale, dà un tocco di “italianità” a questo romanzo.Da leggere se vi siete stufati della paccottiglia scopiazzata da Tolkien e distorta in chiave teen che gli editori italiani spacciano per “fantasy nostrano”.
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