...ma alcuni sono più uno degli altri.
Gli slogan sono fatti per essere ripetuti, ossessivamente, devono essere facili proprio per essere ripetuti tante volte che poi ne perdi il significato. Prova a ripetere una cosa in continuazione, vedrai che poi le parole diventano un suono vuoto. Non è importante che gli slogan siano veri, è importante che suonino bene, che siano orecchiabili. Non fatevi traviare dai fatti, gli slogan sono veri. L'importante è vincere, chi vince ha sempre ragione. E poi chi vince manda tutti a casa e fa diventare veri gli slogan.
L'importante non è lo slogan ma chi lo lancia. L'Italia è il paese in eterna attesa dell'uno della provvidenza, o era l'uomo della provvidenza? Non ricordo più! L'uno della provvidenza deve essere conosciuto, deve aver avuto successo in qualche modo. Se dosa bene la voce, se sa aizzare le piazze e strappare applausi allora metà del lavoro è fatta. Sbraitare è una strategia collaudata. Se fa ridere è meglio, perché diventa simpatico, diventa uno di noi. A quel punto non fa differenza se parla attraverso le televisioni o dalla rete. Non fa differenza perché gli interlocutori comunque non contano un cazzo ma l'uno della provvidenza riesce sempre a trovare il modo per convincerli di far parte del circuito, di essere della famiglia. I tempi della televisione sono passati, adesso è il tempo della rete, dell'interattività. Chi sta davanti al computer partecipa attivamente, mentre chi sta davanti al televisore è passivo. Quindi oggi l'uno della provvidenza comunica attraverso la rete. L'uno della provvidenza scrive qualcosa in rete e migliaia di seguaci si sbranano la polpetta lasciando tanti bei commenti, fa niente se a nessuno importa una sega di quei commenti. Finiranno tutti nella spazzatura digitale ma quello che conta è dare la possibilità di esprimersi. Solo così si può essere cittadini nel pieno dei propri diritti.
Uno vale uno ma alcuni sono più uno degli altri.