Nasce l’ennesima, e a mio parere giustissima, querelle contro lo zoo di 105, questa volta perché una trans, che si è sentita offesa da uno dei tanti sketch alla Animal House (ma almeno loro facevano ridere) contro le persone GLBT, ha deciso di sporgere querela.
Mettiamo subito le cose in chiaro, lo zoo di 105 basa la propria fortuna sulle parolacce e su un falso “Politically incorrect”, è uno di quei programmi che si scaglia contro tutto e tutti e chi lo ascolta non sa che chi fa il programma, invece, è completamente e interamente assorbito dal sistema. C’è quindi una grande ipocrisia di fondo, un’ipocrisia che funziona, certo, perché trasmette un falso senso di libertà e perché induce a pensare, per coloro che pendono dalle labbra del DJ Mazzoli, che lo zoo è libero ed è sinonimo di libertà.
Ma libertà non significa offendere e discriminare.
Lo zoo di 105, in realtà, è molto simile a un certo modo di pensare del comico/politico Beppe Grillo (non a caso i ragazzi dello zoo sembrano adorarlo). Persino negli interventi che vogliono sembrare “seri” si intuisce un esasperante ed esasperato qualunquismo che non porta da nessuna parte.
Far ridere è un’arte e l’ironia, quella vera, è capace di colpire tutti e tutte: donne, uomini, trans, di qualsiasi orientamento religioso o politico, di qualsiasi nazionalità o colore, senza offendere mai il diretto o la diretta interessat*.
Far ridere usando il cervello non è facile e infatti allo zoo di 105 per far ridere i fans adoranti non resta altro che far battute e scenette di bassissimo livello.
Questo loro modo di fare ha reso il programma uno dei più ascoltati d’Italia.
Significa che sono bravi? Significa che il programma è bello? No, significa semplicemente che l’incultura dell’offesa e della violenza dialettica e dialogica è estremamente diffusa.
Io stesso, più volte,in quanto omosessuale, mi sono sentito offeso dalle battute del programma di radio 105.
Qualcuno potrebbe dire: “Cambia canale c’è libertà di scelta”. È vero. Ma perché dovrei accettare che un gruppo di maschi, in uno dei programmi più ascoltati dai giovani, facciano dell’omofobia e della volgarità la propria bandiera?
Posso anche pensare che Mazzoli e i suoi 105 boys lo facciano solo per portare a casa soldi e notorietà ma il messaggio che mandano è incredibilmente incivile e violento e coloro che lo ascoltano, e sono tanti e sono giovani, ne sono direttamente influenzati. Basta vedere i commenti apparsi sulla bacheca dello zoo di 105.
Qualcuno dello zoo scrive sulla bacheca: “Vi faccio ridere: Un trans ci ha querelato per le battute di ieri in apertura!! Dicendo che siamo diseducativi!!! Noi???? Il mondo gira al contrario cazzo…”
Intanto il fatto che abbiano scritto un trans e non una trans (trattandosi di una donna) mette in evidenza già una violenza ideologica contro le persone transessuali ma l’intera frase è sintomo di una profonda ignoranza. Infatti, a leggere il pensiero del genio che ha scritto la frase in bacheca, una persona transessuale non può avere una moralità. L’unica idea che questi maschi hanno delle persone trans è legata al degrado, alla prostituzione, all’immoralità. Non conoscono e non sanno nulla, quindi, del mondo “T”.
Forse dovrebbero andare alle celebrazioni del TdoR (Transgender Day of Remembrance) per comprendere meglio quale sia la situazione delle persone trans nel mondo. La cosa peggiore è stata leggere i commenti degli ascoltatori dello zoo di 105 (come riporta Gay.tv) ne cito alcuni: “Senti da che pulpito viene la predica… diseducativo lo zoo??? e il trans cosè allora??? frocio di merda!”, “Trans di merda…loro si che sono educativi…meta’ uomini e meta’ donna solo per fare soldi…merdeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee…”, “Lo andiamo a prendere e lo bruciamo sto scemo di merda oooooo!!!!”, “Meglio una denuncia che un cazzo in culo, ricchioniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii”.
Sono già partite, ovviamente, le smentite, si cancellano le prove dei commenti offensivi, si invita gli utenti a non offendere, si scrive che nessuno allo zoo è razzista. È un copione che va in onda da anni, prima si lancia il sasso e poi si nasconde la mano, la verità è che è il programma che, per primo, istiga all’offesa.
È normale che la comunità GLBT, quella parte di comunità GLBT che ha a cuore la tutela e la dignità di tutte le persone, GLBT e non, si sia sentita offesa e si sia indignata.
La verità è che troppo spesso si confonde la libertà e il diritto di opinione con l’offesa e l’incitamento all’odio. Forse è il caso di farlo capire anche agli “amici” dello zoo di 105.
Marino Buzzi