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Uomini che mentono alle donne (o mariti che le tradiscono con altri uomini)

Creato il 03 settembre 2011 da Marinobuzzi

Sono rimasto molto colpito, questa mattina, da due lettere di donne che hanno, almeno nei fatti, un “problema” in comune. La prima lettera è firmata Veronica ed è apparsa sul Venerdì di Repubblica. Veronica ha scritto alla rubrica di Natalia Aspesi (sì, ogni tanto leggo la Aspesi) raccontando di aver scoperto, in una notte insonne, il suo consorte “esibirsi” in webcam con un altro uomo. La seconda lettera invece, in cui non appare il nome della moglie tradita, è lo sfogo di una donna che ha rinunciato alla propria carriera, al proprio paese e al proprio mondo per seguire un uomo che poi ha scoperto essere gay.
Per entrambe galeotto è stato il computer, scrigno di segreti che non si possono svelare senza distruggere qualcosa o qualcuno, una sorta di vaso di Pandora postmoderno che, una volta tolto il coperchio, sprigiona tutta la propria crudeltà.
Diciamolo subito, il mondo è pieno di persone che rinunciano ad essere ciò che sono per mille motivi: vergogna, paura, ignoranza, pregiudizio, religione e molto altro. Sento di continuo storie di amici, per esempio, che hanno storie con uomini sposati e o etero convinti, italiani e non, gente che prende quello che può prima di tornare alla menzogna quotidiana. Lungi da me il voler giudicare gli altri, per capire completamente una situazione occorre esserci nel mezzo, di certo se tutti coloro che, in un bellissimo film, venivano definiti “criptochecche”, uscissero allo scoperto forse, dico forse, la lotta per i diritti delle persone GLBT sarebbe molto più semplice. Mi è successo anche di conoscere parecchi preti, per esempio, gente che ha fatto voto di castità e poi va in giro a cercare sesso. Come ho detto più volte Kinsey sosteneva che la sessualità non è una linea retta e io sono sempre più d’accordo con questa idea. Certo l’orientamento sessuale e sentimentale di una persona è una realtà ma non mi sento di escludere che, a un certo punto della mia vita, potrei provare pulsioni sessuali o sentimentali nei confronti di una persona di sesso opposto. Ma, credo, si tratterebbe di un caso isolato o di un momento, di pura curiosità, forse, non so. Di certo non riuscirei mai a vivere una doppia vita, non riuscirei a stendermi accanto a una donna tutte le sere desiderando di trovarmi in compagnia di un maschio. Magari chi decide di sposarsi o di vivere una relazione con una donna, pur provando attrazione per gli uomini, è semplicemente bisessuale. Ma anche la bisessualità potrebbe e dovrebbe essere vissuta alla luce del sole. Chissà perché, invece, molti bisessuali relegano il desiderio verso gli uomini nella parte “nascosta” del proprio sé mentre sfoggiano senza nessun timore la propria parte eterosessuale.
Se mi chiedessero com’è essere omosessuali alle porte del 2012 risponderei che è decisamente meno facile rispetto a un decennio fa. Abbiamo vissuto, nel 2000, l’illusione che le cose sarebbero cambiate. E, in un certo senso, le cose sono cambiate ma in peggio. L’Italia di oggi è un paese in cui è assolutamente vietato parlare di sessualità, di prevenzione, di diritti civili.
Posso quindi comprendere le paure di coloro che non vogliono dichiarare la propria natura e che preferiscono mentire al mondo e alle persone che gli sono accanto pur di non dover affrontare la dura realtà.
Guardate, non è facile e lo dico io che sono dichiarato.
Le battutine delle persone che ti sono accanto in treno, al ristorante o al bar. Quella parola, frocio, che torna continuamente nel linguaggio comune dei maschi (e non solo purtroppo). Le allusioni del tuo capo o dei colleghi, lo sdegno di qualche vicino. Troverai sempre qualcuno disposto a puntare il dito, rischierai sempre di perdere il lavoro, di non fare carriera, di incontrare l’omofobo idiota, di prendere le botte o peggio.
È un rischio, certo.
Occorre solo decidere se ne vale la pena. Io ho fatto la mia scelta e sono in pace con me stesso.
Ciò che mi ha maggiormente colpito in queste due lettere è l’apertura delle due mogli. Dopo un naturale momento di rabbia e frustrazione entrambe hanno provato a capire. Nel primo caso, in quello cioè del marito colto sul fatto al computer, Veronica, la moglie, ha deciso di affrontare il suo compagno, di metterlo davanti alle proprie responsabilità. Ha passato dieci anni della sua vita con quest uomo, lo ama, ha splendidi ricordi e, improvvisamente, scopre di non conoscerlo affatto. Lui si è giustificato dicendo che quello che cerca non è un rapporto omosessuale o omoerotico ma è complicità fra maschi. Lei ha cercato la verità e lui ha risposto nascondendosi e mentendo di nuovo.
L’altra moglie, invece, è consapevole di essere stata solo una copertura ma, nonostante abbia rinunciato a tutto per il proprio compagno, non sembra arrabbiata con lui ma con la società che lo ha spinto a non accettare la propria condizione, questa donna chiude la lettera con queste parole: “Vorrei che la legge italiana, e non solo, riconoscesse un danno morale, perché di danno si tratta, verso chi ha vissuto al fianco di persone diverse da quello che avrebbero sempre voluto essere”.
Parole amare e lucide ma, del resto,come darle torto?
Marino Buzzi


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