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Uomini sacrificabili

Creato il 15 agosto 2013 da Femina_versi @MicaelaTweets

Nella mia ricerca antropologica sugli usi e costumi del mondo maschile, non poteva mancare la visione del film I Mercenari, in realtà indotta dalla recentissima rilettura della quadrilogia I Sacrificabili di Leo Ortolani.

Summa della filosofia del machismo estremo la trama ha una sua etica che non è riducibile a pura violenza ma alla violenza in nome di una certa giustizia, con una sua etica: anzi, in questo caso, alla ricerca di quel gesto che restituirà luce in un’anima divorata dal buio delle proprie truci azioni.

Certo, siamo tutti contro alla violenza, eppure tutti noi non facciamo altro che riempirci gli occhi di storie gonfie di eroi che salvano il debole e l’inerte con armi sofisticate e/o agili abilità corporee. Uomini allenati a fare anche i lavori sporchi ma che lo fanno per il bene dell’umanità.

Questa è la morale orizzontale, onnipresente, che ci fa mangiare pane e violenza tanto da rendercela generalmente giustificabile.

Poi, come società, non la agiamo: viviamo in contesti carichi di aggressività (le malelingue amicali, gli sgambetti professionali, i litigi per il telecomando, la furbata per il parcheggio, l’indifferenza, le ruberie, le mezze verità che rimangon mezze menzogne…) ma non la agiamo.

Quando qualcuno lo fa, – e capita – lo fa pure male: ammazzando per frustrazioni personali l’ex-moglie, agendo violenza contro i più deboli: per viltà, non per coraggio, come invece il codice maschio richiederebbe.

Mi chiedo se ciò che accade in questa scena sarebbe giustificabile, visto il crescente tasso di femminicidi che sono solo la punta dell’iceberg della violenza agita contro le donne:

Ma sopratutto mi chiedo, visto che devo vivere in un mondo che non mi piace e di cui non condivido minimamente i presupposti ma che non ho possibilità di modificare e neppure di scalfire, dove siano poi questi uomini sacrificabili, capaci di difendere le donne a cui tengono, fosse anche solo per il bel visino o perché in qualche modo restituirebbero loro un po’ di luce in un’anima persa?

Dove sono gli eroi di cui ci tocca ascoltar le gesta ogni giorno?

È possibile che – se mondo maschio e violento deve essere – l’eroe resti imprigionato nel mito e a noi non rimanga che la nuda violenza?



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