L’8 maggio del 1945, mentre a Parigi si festeggia la vittoria nella Seconda Guerra Mondiale, a Setif in Algeria una manifestazione viene repressa nel sangue dando di fatto il via alla guerra algerina.
Uomini senza legge parte da quel giorno (con una breve introduzione ambientata qualche anno prima) per arrivare al 1961. Questo è il modo di Rachid Bouchareb per raccontare una fetta della lotta di liberazione dell’Algeria dalla Francia.
Quel giorno a Setif tre fratelli vengono divisi e lo rimarranno per otto anni.
Uno viene arrestato, un altro si arruola nell’esercito francese, il terzo cerca di ricominciare una vita sfruttando le coccasioni che gli capitano.
Si ritroveranno a Parigi e insieme (o quasi) lotteranno in vari modi per l’indipendenza del loro paese passando dalla propaganda politca alla rivolta armata, agli atti di terrorismo…
Il film di Bouchareb è intenso, pieno di passione ed ha il merito di raccontare la storia di un popolo seguendo le storie di una famiglia, di tre fratelli impegnati però in pieno nella battaglia.
Ed anche ha il merito di dirla tutta.
In Uomini senza legge i protagonisti, quelli che lottano per la libertà del proprio popolo, non sono angeli, eroi salvatori. Sono piuttosto combattenti con un ideale ben preciso e per ragginugerlo non esitano ad usare la violenza, le ritorsioni, il ricatto.
Si uccide nel film, lo si fa a sangue freddo, si tradisce anche, si pone tutto alle spalle dell’obiettivo principale, amore e famiglie comprese.
Quindi personaggi sporchi, protagonisti senza remore.
Si mostrano le azioni violente dell’FLN, così come le repressioni e le truffe della Mano rossa, braccio segretissimo della polizia francese.
Non sono esperto sulla storia della liberazione algerina e non c’è dubbio che il film incuriosisca e spinga ad informarsi ulteriormente.
Ed in questo danno una bella mano le immagini di repertorio con cui si apre (Parigi che festeggia la fine della guerra) e si chiude (gli algerini che festeggiano l’indipendenza in piazza) il film.
Intense anche le interpretazioni dei tre protagonisti con una nota di merito davvero particolare per Sami Bouajila.
Comprensibile e meritata la candidatura agli Oscar come miglior film straniero.