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Mauro Lagiard è il nome dell’uomo che ieri è stato sbranato da un gruppo di tigri nel pinerolese, presso Torino. La vittima è un 72enne appassionato di felini, il quale, proprio a seguito di questa sua passione, ne possedeva alcuni. Secondo quanto riferito dai carabinieri, l’anziano sarebbe entrato nella gabbia – come ogni giorno – per sfamare le tigri, quando, all’improvviso, è stato brutalmente aggredito e facilmente sbranato. La moglie, dunque, richiamata dalle urla strazianti del marito, è accorsa in aiuto di quest’ultimo che ormai giaceva tra le fauci dei felini. È stata proprio la moglie, la signora Carla Agosteo a chiamare i soccorsi, ma quando questi ultimi sono giunti sul posto non vi era già più nulla da fare. La principale ragione, relativa all’impossibilità di operare direttamente, fu determinata in modo particolare dalla difficoltà di allontanare le tigri dal corpo ormai esanime di Mauro Lagiard. I soccorritori, infatti, hanno impiegato quasi un’ora per far sì che i felini abbandonassero la “zona-pranzo”, dove giaceva riverso il 72enne.
L’area dell’accaduto è il Parco Martinat, sviluppato su ben 80mila metri quadrati di natura. Uno zoo-bioparco che si estende ai confini fra Pinerolo e il comune di San Pietro Val Lemina. Il Parco Martinat nacque alla metà degli Anni ’90 per volontà di Sergio Martinat, successivamente gestito dal figlio Giorgio. La mancanza di fondi, tuttavia, ne determinò la chiusura e la riconversione in parco essenzialmente ornitologico, e dunque non più aperto alle diverse specie animali. La presenza delle tigri, dunque, era del tutto estranea alla nuova filosofia del parco, e pertanto vi è da sottolineare che queste ultime erano per l’appunto di proprietà della famiglia Lagiard. Quest’ultima, infatti, vivendo in un container poco distante, e non accogliendo l’idea di rinunciare ai felini, accettò il compromesso di vedere le tigri ospiti del parco naturale.
Sulla questione di questi nuovi ospiti sono state attualmente inoltrare numerose denunce da parte dei residenti che, vedendo crescere ogni volta il numero dei felini, affermano di non sentirsi più tutelati come un tempo. È una questione particolarmente accesa, giacché ormai da anni l’amministrazione comunale non si dà pace alla ricerca di una soluzione valida e definitiva. Recentemente, per l’appunto, si è tenuto un incontro fra la famiglia Lagiard e il sindaco di Pinerolo, Eugenio Buttiero, dove quest’ultimo – emettendo un’ordinanza di trasferimento degli animali – ha spiegato che quanto prima i felini saranno spostati in un’area più sicura e adeguata.
Mauro Lagiard, tuttavia, era piuttosto “avvezzo” alle aggressioni dei suoi animali, dal momento che, già in passato, era stato gravemente ferito dalle tigri. Nonostante ciò, ogni volta che si presentava in un ospedale, perché gli fossero prestati i dovuti soccorsi, le scuse erano sempre delle più disparate. Una volta, addirittura, spiegò ai medici di essersi spruzzato un profumo e di aver indossato una tuta che non permisero ai felini di riconoscerlo. Ora che l’anziano 72enne è stato sbranato, le tigri sono state prese in custodia dai veterinari dell’Asl Torino 3, in attesa che la magistratura di competenza si pronunci nel merito.
A riguardo della tragica situazione generatasi, ha parlato il Presidente dell’Ordine dei Veterinari di Torino, Thomas Bottello, il quale ha espressamente riferito: “Le tigri non smettono mai di essere felini con una grossa aggressività, anche se vengono trattati bene e anche se in cattività da molto tempo. Possono interpretare anche solo un gesto inusuale o un odore, come un messaggio specifico a andare all’attacco. La situazione nel vecchio Parco Martinat, a Pinerolo, è in effetti una situazione delicata alla quale da anni si cercava una soluzione. […] Il problema è che la vittima era il proprietario degli animali che li aveva sempre gestiti a modo suo, permettendo anche che si riproducessero, per cui è sempre stato difficile interagire con lui in modo definitivo”.
Ciò che determina un attacco di aggressività da parte di questi grossi felini sono essenzialmente un paio di ragioni: il senso di vulnerabilità che può assalirli, così come l’istinto predatore che non viene mai meno. Sono animali che, sebbene l’esperienza della cattività e il progressivo famigliarizzare con le persone ripetutamente incontrate, non abbandonano mai del tutto il proprio stato di natura e quell’intrinseca aggressività tipica della loro specie. L’eccessiva libertà concessa ai suoi felini dal signor Lagiard ne ha forse compromesso irreparabilmente la pacifica convivenza, fino all’ultima drammatica aggressione che ha determinato la morte del proprietario.
Articolo di Stefano Boscolo