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Uova Fatali (sceneggiato) – Ugo Gregoretti

Creato il 02 febbraio 2012 da Maxscorda @MaxScorda

2 febbraio 2012 Lascia un commento

Uova fatali
Rileggendo "Il maestro e Margherita" nella bella edizione Mondadori, mi soffermo nelle pagine storico-biografiche dell’autore ed accade che mi colpisca un titolo, "Uova fatali" che fa scattare un quid nella mente, uno spazio vuoto riservato a qualcosa, la sensazione di aver ritrovato un pezzo di vita smarrito ed ecco formarsi le prime immagini di rettili giganti al di la’ di una finestra e il ricordo vago di qualcosa che da bambino mi piacque tantissimo.
Pochi minuti e la rete restituisce i pezzi mancanti e quale sorpresa il tornare al 1977 con la trasposizione televisiva del libro di Michail Bulgakov  curata nientemeno che da Ugo Gregoretti, personaggio del quale e’ difficile dir male, anzi ammirevole nel suo mantenere un basso profilo ma altissima qualita’.
E’ la storia del professor Persikov, eminente biologo, che scopre casualmente un raggio rosso in grado di accelerare la crescita e lo sviluppo delle cellule e degli organismi esposti.
Inutile dire che gli esperimenti da sorprendenti ed entusiasmanti passano in breve tempo a pericolosi e catastrofici quando la situazione sfugge di mano al governo centrale che pretende di sostituirsi anche alla scienza.
Bulgakov e’ feroce ed e’ bellissimo, Gregoretti esalta in video tutta la sua devastante satira senza attutirne i colpi, coadiuvato anche da Gastone Moschin che da gran attore quale e’, sfrutta la sua caratteristica recitazione sopra le righe, per tratteggiare un burbero professor Persikov come vero braccio armato del testo. 
L’adattamento al piccolo schermo, sempre a cura di Gregoretti, e’ un piccolo gioiello ma cio’ che piu’ colpisce e’ l’uso intensivo del chroma-key, per effettacci che oggi definiremmo orrendi ma che a suo tempo furono un bello sfoggio tecnologico per la TV nazionale e che il regista sfrutta, anche in un modo tutto personale ed originale, per tratteggiare una Mosca sospesa tra il costruttivismo alla Rodchenko, l’espressionismo sovietico e lo steampunk anglosassone che ritroviamo anche in certi interni e nelle strumentazioni.
E’ piu’ facile pensare che certe scelte siano dovute piu’ per motivi economici che artistici ma di certo Gregoretti sa trasformare il "poco" in "interessante".
Due episodi per complessive due ore scarse che sorprendono per ritmo e qualita’.
Da bambino fu grande fantascienza in televisione, oggi e’ grande letteratura da guardare.

"Uova Fatali" sul sito Rai


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