Up all night got demons to fight; up all day got humans to slay.

Da Zeroschiuma

Poi ditemi se questo non è the best incipit ever. «Non mi piace la dipendenza, mai piaciuta. Sempre assaggiato di tutto, il sottoscritto; sempre stupefatto, da bambino e ora da ragazzo di 25 anni. In un seno di donna, ho visto la baia di San Francisco. In un volo di gabbiano, la traiettoria della fede. E pochi giorni addietro,in un mendicante che suonava il violino a Firenze, ho sentito il coro del Nabucco. Io vedo e stravedo per tutti. Sono emozionatissimo di vivere. Riesce persino ad attrarmi il disgusto, il puzzo del male, la via crucis della malattia. Sono un militante della tenerezza, me l’indosso come armatura gentile, e parto, parto ogni ora, ogni istante parto per qualcosa o qualcuno, sempre, incessantemente, e in ogni caduta trovo la spinta necessaria per rimontare a cavallo e ripartire. Ma di una cosa ho il terrore:la dipendenza. Donna o bottiglia, gioco o amico, vizio o virtù, la dipendenza mi estenua, perchè la dipendenza è il cancro della libertà. Sono stato fidanzatissimo per anni finchè non ho intuito di dipendere da una compagna perchè non volevo più dormire senza lei. Sono stato interessato alla politica finchè non ho capito che dipendevo da una sola visione del mondo. E mi meraviglio come faccia ancora a timbrare il cartellino perchè mi scoccia scoprire di dipendere da ogni 10 del mese. La dipendenza mi affascina, ma è la mia rovina. Se mi scopro dipendente quello è l’unico momento che suggerirei di starmi lontano. Divento irascibile, mi muovo a scatti,come chi cerca di liberarsi da una camicia di forza o da un contagio mortale. Dipendente mai. A costo di crepare di solitudine. Non ce l’ho mai fatta e non voglio farcela: mi rifiuto. Per cui fateci una tacca, e vi avverto con tenerezza, prima o poi me ne andrò anche da qui. Dall’amore alla dipendenza ci passa un capello. E io, per fortuna, sono sempre stato un ragazzo spettinato». Up all night got demons to fight; up all day got humans to slay e come avrete capito non c'ho la forza di scrivere un post che abbia anche un senso; e allora buona buona vi cito Zomberos di Diego Cugia e vi incollo uno dei miei capolavori creati con Polyvore prima di ricordarvi che (prendete appunti): lunedì ho il mio primo esame, che da giorni non faccio altro che studiare, lavorare e litigare con Mariachiara e che mia sorella da aprile in poi non avrà più la cistifellea (scritto tutto? Bravi ragazzi). Che vi posso dire: sono una donna impegnata e richiesta e blablabla. Cazzate blabla. In questo momento il mio desiderio sarebbe quello di appendere tutto e tutti e darmi a Kingdom Hearts, a Vampire Knight ed a Mastro Don Gesualdo con tutta me stessa, ma ho delle maledette incombenze che per inciso mi impediscono anche di stare con la mia piccionella ♥ e fuck my life. Ma domani è sabato e c'è la birra e c'è il kebab o il riso alla cantonese e poi i baci e tutto il resto, che è ciò per cui lotto per giorni, settimane, mesi ed anni. E che vorrei durasse di più, dannazione. Dannazione , ma in fin dei conti è quello che volevamo, sono le vite che ci siamo create e nelle quali ci troviamo a nostro agio. Queste vite siamo noi, vero amore mio? Ed allora com'è che mi manchi così tanto? Scriverò qualcosa di very hot per non arrugginire del tutto, avrò un bel da fare con la storiamodenna (more and more 'till monday), morirò di sonno e domattina prenderò un caffé con Maura e Camma, dopo mesi, ed andrò a prendere la mia bambina a scuola per recuperare un po' di tempo perduto. Si spera. E quindi vi saluto, visto che la sanità italiana funziona benissimo finché l'infermiere amico di famiglia non è fuori turno proprio quando sei nel pieno di una colica renale. Poi ditemi se questo non è the best excipit ever.


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