Magazine Cinema

Up di Pete Docter e Bob Peterson

Creato il 23 febbraio 2012 da Spaceoddity
Up di Pete Docter e Bob PetersonUp (2009) di Pete Docter e Bob Peterson è uno di quei film animati che ti straziano. Fin dalla prima scena, questo commovente capolavoro della Pixar sbalordisce per la sua capacità di toccare le corde più intime della vita di un uomo comune, di un uomo timido, che non conta se non per l'amore che da sempre porta alla sua donna. Gioiello sulla fedeltà, sull'amore coniugale, sulla necessità di andare fino in fondo con il sogno di una vita, con un sogno condiviso, Up è un film "senile" quant'altri mai.
L'ho visto al cinema tre anni fa, ero già fin troppo adulto, so da tempo quando una perdita si fa smarrimento. Mi chiedo cosa ne rimanga sulle manine sporche di cioccolato di un bimbo, nella trama nervosa dei piccoli, di questa storia costruita su ciò che non si controlla più e non ha più la forma che dovrebbe avere. Up non è storia per chi si annoi in un nido, ma per coloro che hanno temuto almeno una volta di perderlo e ricominciano a vederlo con la tenerezza di chi ha raccolto e intrecciato ogni pagliuzza per volare fin dov'è.
Up racconta le vicende di un uomo: Karl Fredriksen: questi, dopo la morte della moglie, vuol sfuggire i ricatti della vita cittadina e raggiungere il luogo che sarebbe stato il loro viaggio più importante, il coronamento delle loro nozze: le cascate Paradiso, che si trovano al sud. La sua storia incrocia quella del piccolo, e non troppo sveglio, Russsell, boy-scout alla ricerca dell'ultimo trofeo sul suo medagliere (e di un padre che trovi il tempo per appuntarglielo al petto). Insieme, in uno fortunoso viaggio, a seguito di un temporale e accompagnati da strambi compagni (un po' come nel Mago di Oz) porteranno la casa di Karl, tenuta in cielo da centinaia di palloncini, andranno insieme fino in fondo, ciascuno per la sua strada.
Up è forse uno dei film animati più allegorici che abbia mai visto, non solo della Pixar. Il filo della narrazione si mantiene saldo nel corso dell'intero lungometraggio, ma il controcanto affettivo ed emozionale vibra di continuo e riecheggia come un sapore un po' amaro. È bellissimo, anche se lo stile dei disegni non mi è congeniale; è raffinatissimo nel suo surrealismo romanzesco e grafico, con questa sagoma della casa che si va assottigliando per via dei palloncini che scoppiano o si sgonfiano sul tetto, assumendo una silhouette sempre più macilenta e sghemba. Mi ricorda un po' Il castello errante di Howl dell'insostituibile Miyazaki, sebbene molto diversa sia poi la storia e molto più complesso (ma non per questo più denso) sia il gioiello del celeberrimo Studio Ghibli.
Up di Pete Docter e Bob PetersonUp è, in aggiunta, la storia di un imprevedibile rapporto di amicizia ed empatia tra due uomini, uno molto vecchio, l'altro troppo giovane, e dei valori di solidarietà e apertura al mondo intero che la sostengono. Entrambi, a loro modo più che adulti, si riconoscono già nei loro sistemi di valori e si incontrano quando sembrano incompatibili, salvo riconoscere l'umanità profonda che c'è nell'altro. Up è tutto, tranne che un filmetto allegro o distensivo, anche se fa ridere e non manca di provocare sia tenerezza, sia lacrime palesi o furtive. Con i suoi colori caldi e luminosissimi, con gli spruzzi esotici di paradisi tropicali, i suoi repentini mutamenti climatici, Up trasporta uno spettatore sensibile dentro ciò che credeva sconfitta e ciò che in realtà è dolore. Per viverlo fino in fondo al proprio sogno.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazines