Fin dai tempi di “Amore e Psiche” di Apuleio, le storie d’amore fuori dall’ordinario sono state oggetto di racconti e quindi di cinema. Ed è ciò che prova a fare Juan Diego Solanas con lo sci-fi movie “Upside down“. La storia è quella di due mondi governati da gravità opposte, in cui esistono regole fisiche che stabiliscono l’equilibrio di questi due pianeti. C’è il mondo di sopra, un mondo abitato dai potenti e cullato da una profonda ricchezza, ed il mondo di sotto, un mondo capitanato da stenti, sporcizia, divieti, delinquenza e pericoli. Ovviamente, proprio al fine di creare una storia d’amore fuori dall’ordinario, i due amanti interpretati dall’astro nascente Jim Sturgess (ve lo ricorderete in “21” e in “La migliore offerta“) e Kirsten Dunst, che non ha bisogno di particolare presentazioni e che qui interpreta l’eloquente ruolo di Eden, vivono rispettivamente nel mondo povero ed in quello ricco. Appurata quella che sembrerà l’impossibilità di avere una relazione normale, specie per via della gravità oltre che delle rigide leggi che vietano ai due mondi di entrare in contatto, gli spettatori, assieme ai due amanti, si imbatteranno in quella che dovrebbe essere una avvincente storia d’amore. Dovrebbe, appunto.
Il mondo di sopra della nostra recensione, quella parte in cui spendiamo belle parole raccontando i punti positivi e propositivi della pellicola, sicuramente vede un forte impatto visivo che trascina lo spettatore in un’atmosfera che non può non affascinare. “Upside down“, mentre gioca nell’omaggiare pellicole del genere come “Gattaca” o “The island” e classici della letteratura come “Romeo e Giulietta“, può fare vanto di una scenografia digitale invidiabile con un potere mesmerico su uno spettatore che di certo inclinerà la testa per vedere meglio. Altro aspetto imponente è la scena sui due palchi del film di uno straordinario Jim Sturgess che sembra eclissare la sua coprotagonista più famosa, grazie ad una prova avvincente perchè perfettamente calata nei panni del protagonista Adam, con la sua ingenuità e genuinità.
Il mondo di sotto della nostra recensione, quella parte in cui ci imbattiamo negli stenti della pellicola e negli aspetti più freddi e deboli, sicuramente è quello che vede più carne al fuoco. Se da un lato infatti troviamo lo sfarzo della scenografia, dall’altro troviamo la povertà di una sceneggiatura che sembra aver fretta di finire. E questa impazienza, dopo l’inizio piuttosto promettente, avanza lasciando buchi enormi durante il film, in cui si ha spesso l’impressione che la bobina al cinema sia stata tagliata senza motivo e per sbaglio, o almeno è ciò che quasi si spererebbe pur di non ammettere la vistosa carenza di sceneggiatura e creatività. Passaggi precipitosi di scena e situazione, imprecisi quanto sbrigativi cali di tensione, sommarie e svelte caratterizzazioni dei personaggi. “Upside down” finisce col perdersi su sé stesso, con un classico finale buonista e patetico in cui l’amore salverà il mondo, sullo stile di teen movie come “Twilight” e “Warm Bodies“, e questo è tutto dire sulla riuscita di un film che parte bene ma che si perde in pietose situazioni, finendo col dimenticarsi totalmente della potenza espressiva e dei contenuti di “Romeo e Giulietta“. Ed ovviamente, altra nota da penna rossa, è la banalità dell’opera che si gioca tutto con l’impatto estetico e lo sbalordimento iniziale dello spettatore che, tuttavia, finisce con l’assopirsi pian piano e laddove erano richieste innovazioni e picchi creativi, troviamo situazioni già viste, trite e ritrite.
“Gravità. Si dice che non la si possa sfidare. Ma se l’amore fosse più forte? Taluni dicono che i veri innamorati sono un’unica anima separata alla nascita e quelle due metà sempre brameranno di riunirsi.” Anche la pazienza degli spettatori più romantici si dice che non si possa sfidare, ma se la pellicola fosse così penosa? Al coraggio estetico, sicuramente era richiesto più ingegno e più tenacia per far si che “Upside down” potesse entrare nell’olimpo dei film che raccontano davvero l’amore, non quello a buon mercato, ed invece anche questa volta siamo davanti ad un film che lo svende regalandolo ai più superficiali e creduloni. Sciupone.
Voto 4/10