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Uragani, questa stagione sarà al di sotto della media

Creato il 14 luglio 2014 da Nicola933
di Francesca Abbatiello Uragani, questa stagione sarà al di sotto della media - 14 luglio 2014

UraganiDi Francesca Abbatiello. Non c’è mai da stare tranquilli. Questa volta a preoccuparci sono quei cicloni migratori tropicali che si sviluppano sugli oceani nelle regioni prossime all’equatore, più noti come uragani.

Come riportato nelle analisi condotte da IPCC (Intergovernmental Panel on ClimateChnge), negli ultimi 100-150 anni, è stato introdotto nel bilancio energetico del sistema climatico un flusso aggiuntivo di energia, denominato effetto serra e aggiuntivo a quello naturale. Questa è stata, secondo gli scienziati, una causa determinante per il diffondersi degli uragani.

Il più violento uragano che abbia colpito la zona delle Indie Occidentali nel XX secolo, il “Gilbert“, ha devastato la Giamaica e parti del Messico nel 1988, con venti che raggiungevano i 350 km/h.

Il più noto uragano “Katrina” del 2005 a causa delle alte temperature (31-32°) delle acque del Golfo del Messico ha raggiunto la sua massima potenza, con venti di 280 km/ora. Le conseguenze provocate dall’uragano sono state disastrose, senza dimenticare i danni indiretti di tipo ambientale e sanitario sia a causa dell’inquinamento marino da prodotti petroliferi rilasciati in mare, sia a causa dell’inquinamento delle acque provocato dal cedimento della rete fognaria. I sistemi di prevenzione apparivano idonei per garantire una certa tranquillità alla città in condizioni di “normali” eventi estremi di piene del Mississippi e di uragani moderati. I maggiori rischi collegati al riscaldamento climatico (intensificazione uragani, innalzamento del livello del mare) o collegati all’aumento della vulnerabilità del territorio a causa delle attività umane e dall’espansione dell’urbanizzazione, non erano stati presi in considerazione dalle autorità preposte, eppure non potevano essere ragionevolmente esclusi.

Fu elaborato dall’Università della Luisiana e dalla “Autorità per la conservazione delle zone umide”, un piano, denominato Coast2050, per la riduzione della vulnerabilità costiera della Luisiana, ma non è mai operativamente partito. Una delle ragioni era che tale piano comportava costi di circa 14 miliardi di dollari, un impegno economico certamente elevato, ma che ora, con il senno di poi, appare di molto inferiore all’esborso che certamente hanno comportato i danni provocati dall’uragano Katrina.

L’uragano “Arthur” la scorsa settimana ha falciato il North Carolina e ora minaccia l’intera costa orientale statunitense. Il ciclone ha guastato le vacanze di milioni di americani in viaggio per l’“Indipendence Day”, però i metereologi assicurano che l’uragano Arthur sta perdendo potenza.

Sono continue le missioni dell’aeronautica militare per misurare la velocità e la direzione del vento degli uragani, la struttura termica dell’intera perturbazione e lo sviluppo di queste tempeste fin dalle loro prime fasi. Questi sistemi di previsione e di allarme hanno permesso di ridurre le perdite di vite umane in seguito a uragani, ma i danni provocati alle proprietà sono sempre molto ingenti, soprattutto nelle zone costiere.

Secondo il NOAA, l’Amministrazione Nazionale Oceanica ed Atmosferica, la stagione degli uragani che è iniziata lo scorso 1° giugno e che terminerà il 30 novembre, sarà decisamente sottomedia, con una frequenza di almeno 13 tempeste tropicali e circa 3-6 uragani.

Come evidenziato dal NOAA la causa di questo abbassamento della media sarebbe determinata dallo sviluppo ormai scontato di El Nino, che inibirebbe lo sviluppo delle tempeste privandole di energia. L’elenco dei nomi degli uragano di quest’anno è già stato stilato. I nomi sono: Arthur, Bertha, Cristobal, Dolly, Edouard, Fay, Gonzalo, Hanna, Isaias, Josephine, Kyle, Laura, Marco, Nana, Omar, Paulette, Rene, Sally, Teddy, Vicky e Wilfred.


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