Un lavoro in prosa rimata, anche se libera, di Sandro Boccia
Urano fu un essere enorme, gigantesco, smisurato,
una grande volta del cielo che s’unì alla Terra in modo esagerato
ricoprendola tutta in una specie d’amplesso infinito:
insomma un continuo “panza e zinna” senza tregua, quasi un rito
generando creature mostruose, i Centimani e i Ciclopi in modo barbaro
che il padre senza cuore incatenò buttandoli in fondo al Tartaro.
Gea, dopo, dette origine a una stirpe meno spaventosa, i Titani:
Oceano, Iperione, Giapeto, Crono, nomi affascinanti anche se strani.
E infine ecco venir fuori le femmine: Teti, Febe, Rea
nonché Mnemosine, Temi e Dione Tea.
Mnemosine, madre delle nuove Muse, fu la Dea della memoria,
e le sorelle erano addette alle varie arti come la danza, la musica, la storia.
Anche a me ora, per esempio, piacerebbe vicino una Musa aver,
che mi suggerisse cose belle e interessanti da raccontar
e che mi facesse, quello che so’ ma che ho dimenticato, ricordar,
o meglio ancora, quello che non so’ ma che vorrei saper.
Ritornando a Gea e riprendendo il filo della conversazione,
indignata per il trattamento che Urano inflisse ai figli della prima generazione,
convinse Crono a prender le redini regalandogli una falce di diamante,
una pietra dura e tagliente, per fargli compier un atto simbolico e raccapricciante.
Armato di questa falce, Saturno s’avvicinò al padre e gli tagliò i coglioni
come per dir “Ora tocca a me, togliti di mezzo, hai perso la guerra”
tanto che Urano niente potè più opporre al figlio, procedendo a tastoni
e dalla tremenda ferita gocce di sangue caddero così a terra:
nacquero in tal modo le Erinni, le spietate Arpie, della vendetta Dee,
mentre dai genitali d’Urano, scagliati dal figlio nel mar delle maree,
fuoruscì lo sperma che si trasformò in spuma marina da cui nacque Afrodite,
dea dell’amore che rese felici gli uomini, con la colomba o con la mela fra le dite.
i figli che fece con la sorella Rea se li mangiò a uno a uno, pian piano,
ossessionato da un misterioso oracolo che aveva predetto a Saturno-Crono
che uno di loro (che poi fu Giove), prima o dopo, gli avrebbe fregato il trono!