Nel 2005 due donne di Houston si sono riunite formando il gruppo “Knitta” con l’idea di mostrare il loro lavoro a maglia e uncinetto di monumenti, arredo urbano e di altri luoghi pubblici.
Filati, colore, strutture cittadine in veste insolita sono gli elementi chiave dell’Urban Knitting che ultimamente sta invadendo anche Roma. Questa forma d’arte d’origine americana è nota anche con il nome di Yarn Bombing e in linea con la logica “guerrilla” non è autorizzata, è messa in atto in modo non convenzionale e anonimatamente. La prima artista e’ considerata Magda Sayeg che nel 2005 ricoprì la porta del suo negozio con un patchwork di lavoretti ai ferri.
![Urban Knitting: il gomitolo della creatività sciolto in città urban-knitting[1]](http://m2.paperblog.com/i/158/1585035/urban-knitting-il-gomitolo-della-creativita-s-L-0DxkUw.jpeg)
Anche in Europa quest’arte che riscopre l’uncinetto ha preso piede, a Vienna è stata la segnaletica stradale e un’intera fontana ad essere interamente ricoperti, a Londra le note cabine telefoniche, come pure Valencia e altre città spagnole e in Australia e Nuova Zelanda.
Nella primavera dello scorso anno l’associazione aquilana Animammersa composta da cinque artisti, ha attuato questo tipo d’iniziativa, colorando e riscaldando il centro storico con la lana, per richiamare l’attenzione sul territorio in occasione del terzo anniversario del sisma. Mentre a Genova è da segnalare il progetto Intrecci urbani, primo grande importante evento di yarn bombing in Italia organizzato dalle istituzioni.
Attualmente è Roma a essere ingrovigliata dai fili di lana colorati: alberi e transenne del quartiere Prati sono i protagonisti del grigio inverno conferendo tocchi di colore e vivacità. L’idea è venuta a Eleonora Diamare, giovane laureata che aiuta spesso anche i genitori nella merceria di famiglia, che si è appassionata per caso a questo movimento artistico ed è riuscita a coinvolgere anche i proprietari di altre attività commerciali, donne giovani e più anziane che in questo periodo sono a casa senza lavoro. Nessuno ha guadagnato nulla, anzi si sono autotassate per pagare alcuni contributi ma l’iniziativa ha avuto successo.
Urban Knitting dunque è tutto questo: materiali semplici che possono essere recuperati. Facilità nell’eventuale rimozione. Entusiasmo.
Luoghi diversi, persone diverse e distanti tra loro ma unite da un filo colorato dello stesso gomitolo: quello della creatività.




