Urlo, film documentario di Rob Epstein sulla Beat Generazione e questo loro desiderio di andare oltre l'ipocrisia del conformismo

Creato il 13 settembre 2010 da Milemary

Per chi come me, sapesse ben poco della Beat Generation (o generazione in attesa), di cui fu uno dei protagonsiti Allen Ginsberg,ecco quello che si trova su internet:

Nello scuro colore del conformismo di massa, che tutto circonda e che intorno avvolge, nasce la "generazione in attesa" alla ricerca di individualismo e libertà personale; si tratta di una gioventù bruciata, disperata e inqieta, indifferente ad ogni sistema morale o sociale precostituito. I giovani americani della "beat generation" portano sul volto l'ombra del pasato che ritorna, sono i giovani del dopo guerra, eccentrici interpreti di uno strano ritmo, girano l'america in autostop, bevono molto e fumano marijuana, ma soprattutto ascoltano e diventano jazz. Hanno perso il punto di contatto tra la vita sulla terra e la vita dopo la morte e sono lontani sia da ciò che è bene sia da ciò che è male; la loro scelta ideologica non basta più a giustificare un credo politico troppo spesso reo di massacri e corruzzioni, ma ciò che più scuote il baratro della loro esistenza è il conformismo, assassino in una società di massa affogata nel nulla, custode del silenzio nel quale annegano incompresi; questi sono i giovani della "beat generation", invincibili e vinti.

"A questa dilagante massa di ragazzi reticenti e scontrosi, tristi e freddi, avidi di affetto e in perpetua ricerca di una ragion d'essere, staccati senza speranza da "anziani" incomprensibili e che non li capiscono, aggrappati come a una fede a un ideale di vita intenso e libero da qualsiasi pregiudizio o sovrastruttura, appartengono gli scrittori della beat generation."La loro produzione non si estende a un programma da realizzare, ma vuole piùttusto definirsi come la testimonianza del loro bisogno di uscire da un vuoto che non ha appigli, vuole vincere lo sgomento e la paura. La scritturabeat si è persa da qulche parte, sulle orme dei suoi grandi maestri, dei poeti maledetti, insegue ancora ansie mistiche e spiritualistiche, con un ordine forse osceno ed immorale ma che come un comando ha illuminato la strada di milioni di giovani americani.Lo scrittore più importante è senza dubbio Jack Kerouac, la sua storia è una strada,"il resto è tempo che passa, voglia di vagabondare e bisogno di guardare"; una volta disse: "Devo scegliere tra questa roba e i camions delle strade. Credo che sceglierò i camions, dove non dovrò spiegare niente e dove non c'è niente di spiegato, ma ci sono soltanto cose reali". E' così che è cominciato il suo viaggio, la sua vita, zaino in spalla monoscritti alla mano e giù, per le highways americane, trasportato da passeggeri distratti, da uomini rimasti soli nel sonno della loro vita. molti critici videro in questo vagabondare, bere e drogarsi soltanto una fuga, ma bisogna andre oltre per vedere davvero, bisogna andare oltre la droga e l'alcolismo e forse allora ci si renderà conto che non si trattava soltanto di una fuga distratta, ma della ricerca di una realtà trascendente che potesse dare una risposta ad una realtà terrena ormai spacciata. Senza retorica, il film ci ricorda l'importanza della libertà d'espressione. Si può non apprezzare, non capire, ma non non si può proibire, se l'autore scrive della sua esperienza diretta con parole veritiere.

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