Di Urna, al secolo Gianluca Martucci, vi abbiamo parlato in diversi contesti, fino alla performance in occasione della due giorni di musica acustica, autoproduzioni e scampagnate nei boschi nota come Tera Salvaria. Quasi in contemporanea col festival in Val Badia esce Arkaikon, una compilation ben nutrita di tracce insabbiate dal tempo (a causa dell’accumularsi di lavori e nuove uscite) che, dopo anni, necessitavano di tornare allo scoperto. Visto l’aumentare esponenziale di eventi, di nuovi progetti e anche dell’interesse da parte del pubblico (oggi più attento a queste sonorità non elettriche e alle sperimentazioni che negli ultimi tempi hanno invece attraversato l’Italia come una scarica di fulmini), non c’era momento migliore per far uscire questo lavoro realizzato in tutto e per tutto da Martucci stesso, packaging compreso.
L’intro “Pan” è l’angolo più tenebroso dell’album, eppure viene svelato senza paura per primo, tra tamburi forsennati, percussioni tormentate e canti profondi che non lasciano spazio a interpretazioni, ma trascinano sempre più giù, in un abisso del quale non conosciamo né colore né forma, dato che abbiamo appena iniziato l’esperienza dell’ascolto. Si risale dal baratro piano piano, nel forte contrasto generato dall’estasi ascetica di “Renatus In Aeternum” (originariamente in Osireion, 2005) e dalle danze bagnate di sole di “Cibele”. I riferimenti mitologici proseguono con “Persephone” (da Iseion, 2005), in un alternarsi di brevi frasi musicali che raccontano lo scorrere delle stagioni, tenute insieme da un arpeggio delicato. Dopo “Hyksos” (parte di VII, disco del 2010 che riporta in vita culti antichissimi e sotterranei assieme ai popoli che ne professavano i riti), “Acque Dei Morti” e “Montagna Rituale” (Kosmikia, 2011) sono due momenti distinti di soundscaping, che, pur senza un vero field recording alla base, evocano paesaggi e nature così realistici che si riesce a sentirne l’odore, anche se vengono attenuati da una leggera nebbia “liturgica” che sospende l’ascolto nell’aria.
Gli inediti vengono lasciati per ultimi, a chiudere una raccolta di pezzi scelti come capitoli di un libro. Più analitici e meno lirici, “La Spirale E La Montagna” e “Arkaikon” non perdono il filo di una produzione che va avanti da anni e rimane coerente con se stessa, ma svelano una sfumatura più sintetica e retorica della ricerca sonora di Urna. Attenderemo le prossime, già annunciate collaborazioni per scoprire cosa si nasconde dentro un nuovo buio.
Tracklist
01. Pan
02. Renatus in Aeternum
03. Cibele
04. Persephone
05. Regina Caeli
06. Lunae
07. Hyksos
08. Acque dei Morti
09. Montagna Rituale
10. Nemeton (Part.2)
11. La Spirale e la Montagna
12. Arkaikon
13. Ophis