Þurseitr – leggasi come avvelenamento – è scozzese, ma ha scelto di presentarsi attraverso la lingua islandese. Prima di avviare quest’oscuro progetto ha fatto parte (con il nome d’Ulfylgr Guul) degli Hafsól, un gruppo in apparenza black-metal, ma musicalmente vicino al neo-folk. Non è del resto una novità: già in passato abbiamo visto musicisti provenienti dal metal passare a sonorità più orientate verso una tetra dark ambient. Non sono un esperto, ma l’istinto mi ha portato a pensare – forse sbagliando – al Filosofem di Burzum e al Født Til Å Herske del folletto Mortiis.
Ulfylgr Guul non fa altro che aggiungere alla nera e glaciale matrice dark-ambient scandinava (quella di casa Cold Meat, per intenderci) una solida base rituale e dronica, con la speranza di purgare il nostro corpo dai numerosi veleni accumulati, mentali e non, aiutandosi attraverso formule magiche prese in prestito dall’antica cultura germanica (“Sjálf Dauða Helgisiðir”, traducibile in apoptosi rituale). Una componente cosmico/pagana, infine, ci ricorda che tutto, prima o poi – come suggerisce anche il titolo della cassetta, traducibile in costellazioni di stelle morenti – è destinato al collasso: perché la morte è una liberazione, mentre la creazione è soltanto una menzogna (“Enda Er Upphaf”, ovverosia la fine e l’inizio). Citazione finale, ovviamente non mia (purtroppo non ricordo dove l’ho letta), che ci sta ampiamente.
Due tracce intense e ben assemblate. Ottimo perfino il confezionamento: delle 100 copie pubblicate, nove – “ritual edition” – sono accompagnate da un artigianale set magico/rituale, comprensivo di un minuscolo cero, di un bastoncino d’incenso, di piccole gemme cariche di magia positiva e ancora un ossicino, un teschietto, qualche strana bacca, pezzi di funghi secchi allucinogeni, profumi di fiori di campo e qualche pagina di booklet contenente brevi riti propiziatori.
Tracklist
01. Sjálf Dauða Helgisiðir
02. Enda Er Upphaf